Il ceto medio ha perso potere d'acquisto pari a 39,7%
ROMA – A gennaio l’Euro compie dieci anni, dieci anni costati cari agli italiani: dal 2002 ad oggi la perdita del potere d'acquisto per il ceto medio è stata del 39,7%. Una famiglia di quattro persone in questi anni, ha subito una stangata di circa 10.850 euro per l’aumento dei prezzi, i rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti, caro-carburanti. A rivelarlo è uno studio del Codacons, che ha analizzato i dieci anni della moneta.
Il coordinamento delle Associazioni perla Difesa dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, oggi si toglie un sassolino dalla scarpa: “Nel 2002 il Codacons fu la prima associazione che denunciò gli aumenti selvaggi e le speculazioni da changeover - spiega il presidente Carlo Rienzi - allora venimmo accusati di euroscetticismo e di terrorismo mediatico, oggi tutti ci danno ragione, perché la prova di ciò che è successo è sotto gli occhi di chiunque, a partire dagli stessi commercianti, prime vittime della loro stessa politica suicida".
Fra i prodotti che hanno subito i maggiori rialzi di prezzo ci sono la confezione di caffè da 250 grammi (+136,5%), il supplì (+123,9%), un chilo di biscotti frollini (+113,3%), la giocata minima del lotto (+92,3%).
E per il nuovo anno la prospettiva non è migliore. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori che, in base alle previsioni Istat, prevede un 2012 difficile. I beni alimentari aumenteranno, così come lo spostamento in treno che costerà 81 euro in più. Chi si sposta con i mezzi pubblici sarà costretto a pagare il 28% in più (48 euro), mentre per servizi bancari, mutui e bolli i costi cresceranno di 93 euro. I carburanti, il cui costo è in costante crescita 1, peseranno per 192 euro e altri 192 euro si dovranno pagare per i derivati del petrolio, plastica e prodotti per la casa. Crescono del 6% l'assicurazione auto (78 euro) e del 3% le tariffe autostradali (53 euro). Più salate le bollette di gas, luce, acqua e rifiuti, che aumentano rispettivamente dell'11,12, 5-6 e 9-10%, facendo uscire dal portafoglio familiare 260 euro complessivi. Anche scaldarsi costerà di più (+12%, pari a 195 euro) e l'incremento dell'Iva sottrarrà dalle tasche altri 93 euro.
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