Il sacchetto inquinante fuori dal milleproroghe
C’è su tutti i giornali, ma chi se ne occupa meglio è Sara Nicoli del Fatto Quotidiano: i sacchetti di plastica, che sarebbero dovuti sparire per effetto di una norma contenuta nel decreto Milleproroghe, hanno salvato in extremis la propria esistenza. Grazie a un’intensissima azione di lobbying messa a punto nelle ultime ore:
È successo che ieri, subito dopo l’annuncio di Monti dell’inizio della nuova fase del governo, il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ha rotto l’in – cantesimo dei buoni propositi dell’esecutivo denunciando che dal “m i l l e p ro ro g h e ” e ra sparita la norma attesa da anni dagli ambientalisti (e non solo da loro). L’articolo in questione stabiliva i corretti parametri di biodegradabilità nell’ambiente e compostabilità dei cosiddetti “shopper” (secondo la norma europea EN13432 e annunciato ufficialmente dal governo il 23 dicembre); a parere di Ciafani, “la messa al bando dei sacchetti di plastica rischia così di essere seriamente compromesso consentendo scappatoie ai produttori”. Ecco, appunto, i produttori. Il sospetto – anzi, la prova – porta l’attenzione verso la Federazione Gomma Plastica, presieduta da Angelo Bonsignori, organismo rappresentato in Confindustria.
Solo una settimana fa, il 21 dicembre, Bonsignori aveva rilasciato un’accorata intervista al S o l e 2 4 O re denunciando un’imminente catastrofe occupazionale nel settore della produzione dei sacchetti legata, ovviamente, all’imminente uscita di scena degli shopper:
Continua ...
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