Continua l'inchiesta sul decesso del musicista di Martina. Aveva 42 anni: mercoledì prossimo
l'autopsia.
TARANTO - Sono dieci i medici che dovranno rispondere a vario titolo della morte del musicista di Martina Franca, Giandomenico Caramia, deceduto a 42 anni il 15 dicembre scorso ad un mese da un intervento chirurgico dimagrante eseguito nell’ospedale di Chieti. i carabinieri della compagnia della Valle d’Itria hanno notificato gli avvisi di garanzia disposti dal pubblico ministero della procura di Taranto, Filomena Di Tursi che conduce l’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. I destinatari degli avvisi che avranno così diritto di nominarsi un consulente di parte per l’autopsia che sarà eseguita mercoledì prossimo dal medico legale Marcello Chironi, sono i sanitari che lo hanno avuto in cura nell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti e nel Camberlingo di Francavilla Fontana. Non è dato ancora sapere se tra i destinatari degli avvisi di garanzia figurano anche il medico curante che lo ha assistito al proprio domicilio e i sanitari del 118 che lo hanno visitato due giorni prima il decesso.
L'OPERAZIONE - Nella struttura abruzzese l’undici novembre scorso il musicista è stato sottoposto ad una riduzione gastrica contro l’obesità dall’équipe del chirurgo Franco Relmi. Nel nosocomio della provincia di Brindisi, invece, il paziente che da quell’intervento non si era mai ripreso, è stato visitato e dimesso lo scorso 15 dicembre. Quella notte stessa la morte imprevista nella sua casa nelle campagne tra Martina Franca e Villa Castelli. Una fine inattesa che ha sconvolto i familiari autori di un esposto presentato alla procura della Repubblica jonica dove è scattata l’inchiesta. Ad insospettire la sorella del cantante, molto noto nel mondo della musica popolare e più volte tra i protagonisti del Festival della Taranta, è stata sin da subito l’eccessiva durata dell’intervento eseguito nell’ospedale teatino: circa dieci ore invece delle tre previste. Dopo l’operazione Caramia è stato ricoverato per una notte nel reparto di rianimazione. Dieci giorni dopo le dimissioni, con tutte le rassicurazioni dei medici che lo avevano tenuto in cura. I disturbi invece non sarebbero mai scomparsi tanto da costringere la sorella del cantante a contattare più volte gli specialisti di Chieti i quali avrebbero sempre detto che si trattava di normali sintomi post operatori. Le condizioni del cantore sono invece peggiorate sino al ricovero all’ospedale di Francavilla Fontana dove è stato sottoposto ad un day- hospital i cui esiti sarebbero stati tutti positivi. «Non cerchiamo vendetta, sia io che i miei figli vogliamo semplicemente sapere perché è morto mio fratello», si lamenta la sorella Rossella che dopo la morte di entrambi i genitori fungeva da madre per il cantore di pizzica scomparso. L’abitazione di Caramia in questi giorni è rimasta meta di pellegrinaggio dei tanti che l’hanno conosciuto ed apprezzato anche come artista.
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