Teheran reagisce all'annuncio di un embargo sull'importazione di greggio in Europa. Medvedev parla con Ahmadinejad: "Solo col dialogo si può risolvere la crisi". Il ministro Terzi di Santagata: sì alla decisione Ue "per ricondurre il Paese a un atteggiamento cooperativo"
TEHERAN - Le autorità iraniane minimizzano gli effetti delle sanzioni occidentali sul greggio di Teheran, annunciate ieri come ormai prossime. "Queste sanzioni sono una guerra economica contro di noi. I nemici non hanno potuto colpire il nostro popolo, vogliono colpire la nostra economia", ha dichiarato il ministro dell'economia, Shamseddine Hosseini, citato dall'agenzia ufficiale Irna. "Speriamo che il petrolio iraniano non sia mai preso di mira da sanzioni, ma abbiamo adottato le misure necessarie per farvi fronte", ha affermato da parte sua il direttore degli affari internazionali della società nazionale del petrolio iraniano (nioc), Mohssen Ghamsari, citato dai mass media. "Nella misura in cui c'è una mancanza di offerta, gli occidentali non potranno sanzionare il petrolio iraniano", ha sottolineato.Ieri è stato raggiunto un accordo di principio tra i paesi dell'Unione europea per imporre un embargo sull'esportazione del petrolio iraniano in occasione del vertice dei ministri europei degli affari esteri in programma il prossimo 30 gennaio a Bruxelles. L'intesa prevede l'interdizione sull'acquisto di greggio iraniano se Teheran continuerà a mantenere la sua posizione intransigente sul suo controverso programma nucleare.
Secondo il New York Times, le sanzioni europee sarebbero comunque adottate in modo scaglionato per evitare squilibri sul mercato delle forniture globali e difficilmente arriverebbero entro fine gennaio. L'approccio scaglionato, prosegue il giornale, "darebbe anche ai mercati il tempo di assorbire il gap creatosi con l'embargo". "C'è ancora molto lavoro da fare" ha detto al quotidiano una fonte diplomatica spiegando che sul tavolo ci sono anche "divergenze" sulle sanzioni da applicare al settore finanziario, incluse le transazioni con la Banca centrale di Teheran.
D'accordo con le sanzioni è anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata. "L'Italia sostiene sostiene il regime sanzionatorio deciso in ambito Onu ed europeo, finalizzato a ricondurre Teheran ad un atteggiamento cooperativo che innanzitutto nel suo interesse", ha detto il titolare della Farnesina. "Un Iran dotato dell'arma nucleare rappresenterebbe una minaccia molto grave non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il pianeta", ha aggiunto il ministro in un'intervista con il portale d'informazione europea Euractiv.It.
L'atteggiamento di Teheran è più morbido con Mosca. Dopo una conversazione telefonica con il presidente russo Dmitri Medvedev, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha detto che l'Iran appoggia la proposta russa di un "piano per ripristinare la fiducia nel programma nucleare iraniano" e con la Russia concorda che solo tramite il dialogo politico si possono risolvere la crisi in Siria e, in generale, i problemi del Medio Oriente: lo ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino.
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