di Franco Manzitti
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ALESSANDRIA – Emozionato lo è eccome, il neo ministro alla Salute del governo Monti, nei giorni in cui la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sulla legge elettorale con il testo da lui, professore di Diritto Costituzionale alla Università Cattolica, scritto e difeso. Emozionato lo è, uno dei professori di Monti, nella sera in cui torna a casa nella sua Alessandria a parlare in pubblico della Sanità difficile da gestire al tempo della “spending rewiu” del suo “capo” il “preside” presidente del Consiglio ed anche della legge elettorale, appena stangata.
Un po’ emozionato sì, come confessa subito, perchè ha davanti il suo pubblico, invitato dalla Associazione Acsal, l’ombelico socio culturale economico di Alessandria, fondata dai fratelli Guala, grande gruppo industriale filantropico che ha trasformato la sua sede, nel cuore della provincia un po’ mandrogna, in un fulcro di incontri, confronti sulla cresta dell’attualità più ficcante. Ma anche tanto determinato da parlare chiaro e forte sullo stile del governo e dei ministri che galleggiano in questa emergenza economica spaventosa tra un Parlamento che li guata e un’opinione pubblica che ha perso la fiducia nella politica e il Paese che bolle di rivolte sulle liberalizzazioni, compresa la sua sulle farmacie.
“La bellezza di questa situazione – dice Balduzzi sciolto il groppo di emozione – è la transitorietà, la temporaneità. Sappiamo che finirà e fino ad allora lavoriamo senza sosta: giornate infinite inseguendo le emergenze e con l’obiettivo di organizzare le proprie decisioni in un disegno strategico”. In quel disegno il riordino delle drammatiche emergenze della Sanità pubblica, al di là delle farmacie, appare già cadenzato: Balduzzi conferma i tiket per i ricoveri, ma li subordina a “trasparenza” ed “ equità”, dichiara che il sistema italiano è “ sostenibile” fino al 2050, ma se il reddito dei singoli e il Pil dello Stato non avranno tracolli e spiega come ci si potrà servire dei fondi integrativi assicurativi.
Anticipa la possibilità di tasse di scopo su alcolici e sigarette per “pagare” la sanità. Smitizza, il neo ministro, quel famoso decreto segreto che nessuno dei suoi predecessori ha mai voluto firmare per chiudere i “piccoli ospedali”, con meno di 120 posti letto e racconta anche qualche aneddoto sul clima che circonda Monti e i suoi: “Abbiamo concluso lunghissime riunioni in consiglio dei ministri a volte in anticipo sui nostri tempi, perché il protrarsi dei vertici allarmava oltremisura gli staff e i partiti politici.
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