mercoledì 30 gennaio 2008

FORTUGNO: VEDOVA, ERA OSTACOLO PER SISTEMA SANITA'

"L'inchiesta conferma cio' che dissi subito dopo l'uccisione di mio marito: era considerato ostacolo agli interessi del sistema politico-mafioso nel mondo della sanita'. Per questo e' stato abbattuto. La mia lotta e' per evitare che l'averlo abbattuto fisicamente possa essere stato un buon affare per chi lo ha fatto". Lo afferma Maria Grazia lagana', deputato del Pd e vedova di Francesco Fortugno, in merito agli esiti dell'operazione "Onorata sanita'". "Dissi - dice Maria Grazia Lagana' - intervenendo in Consiglio regionale ad un anno dall'omicidio di mio marito, che bisogna prendere coscienza del fatto che nella societa' si e' costituita una vera e propria borghesia mafiosa che tende ad appropriarsi anche del potere politico per rafforzare il suo potere economico e sociale. Una condizione che vedo oggi confermata dalle risultanze dell' Operazione £Onorata sanita'". Prendendo atto di questo - aggiunge - occorre dare strumenti a chi e' deputato al contrasto della criminalita' mafiosa e dopo averli dati si deve verificare che vengano utilizzati e con tempestivita'. Un potere criminale non lo si combatte con le delibere o coi proclami, bensi' con le indagini, gli arresti e le sentenze di condanna. Resta poi alla politica il compito di impedire che in essa trovino spazi, appunto, elementi della borghesia mafiosa". La vedova Fortugno aggiunge: "Evitiamo adesso l'errore di seguire la politica del pendolo, passando da una situazione in cui nulla era mafia ad un'altra per cui tutto e' mafia. Le cosche - aggiunge - controllano centri decisionali importanti e strategici nel settore della sanita' ma non e' corretto dire che la sanita' e' tutta nelle mani delle cosche. Esistono operatori sanitari, funzionari, amministratori ed anche uomini politici che non solo non rispondono a logiche mafiose ma fanno per intero il loro dovere e si oppongono al costume dell'illegalita'. Ben per questo contiamo decine e decine di intimidazioni ed aggressioni ad operatori sanitari. Le minacce e le aggressioni mafiose agli amministratori locali sono in pericoloso aumento in Calabria, segno che una resistenza c'e'. Si tratta pero' di bonificare bene un ambiente in cui alle cosche i referenti non sono mai mancati. Questo - conclude - e' un lavoro che non tocca solo ai magistrati, spetta anche e forse soprattutto alla politica ed in questa direzione l'arrivo del prefetto Serra, insieme con le determinazioni assunte dalla Giunta regionale nella seduta straordinaria di lunedi', sono segnali incoraggianti". http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/cronaca/rep_cronaca_n_2871149.html

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