Londra studia la tassa sui PaperoniDalla City in fuga verso la Svizzera "
MILANO - L'Europa si prepara a una nuova gigantesca ondata migratoria. Oltre 120mila persone, infatti, stanno pensando in questi giorni di fare le valigie e attraversare il mare in cerca di sicurezza e fortuna. La novità è che - una volta tanto - il Vecchio continente non ha intenzione di alzare le barricate. Anzi. Due monarchie e persino la Svizzera si stanno sfidando in una battaglia senza esclusione di colpi per convincerli a mettere (o tenere) su casa da loro. I protagonisti di questa migrazione biblica, in effetti, non fuggono dalla povertà. Scappano dall'eccesso di curiosità sulla loro ricchezza. Sono l'esercito dei "non-doms". Non un'etnia delle savane africane, ma l'acronimo di "non-domiciles" i ricchissimi stranieri residenti a Londra che hanno fatto della City il centro finanziario più importante al mondo. Avvocati, gestori di hedge fund, petrolieri russi alla Roman Abramovich o industriali indiani come Lakshmi Mittal attirati sulle rive del Tamigi da un regime erariale favorevole e terrorizzati ora dalle novità fiscali ventilate dal Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling, il Visco d'Oltremanica che si è messo in testa la balzana idea di far pagare un po' di tasse a questi Paperoni. Risultato: i 120mila in questione stanno seriamente pensando di cambiar residenza, l'estabilishment Gb è in rivolta ("così facciamo scappare chi ha fatto grande il nostro paese", ha tuonato il ministro del commercio Digby Jones, laborista come Darling) mentre Svizzera e Principato di Monaco hanno spedito a Londra stuoli di legali e tributaristi a caccia di emigrati d'oro da conquistare a colpi di sgravi fiscali.
Il balzello della discordia, in realtà, è poca cosa. Trentamila sterline, 40mila euro, che i "non-doms" dovrebbero pagare sui soldi che guadagnano fuori dalla Gran Bretagna, finora esentasse. Briciole per chi maneggia milioni ogni giorno. Ma lo spauracchio è un altro. Chi non pagherà sarà costretto a rendere nota l'origine dei suoi guadagni esteri. E qui parte la rivolta. "Io verso 150mila sterline di tasse l'anno, dò 1,5 milioni in beneficenza. Ma se passa la legge (pare con il budget del prossimo 12 marzo, ndr) andrò all'estero - ha detto Dermot Smurfit, tycoon irlandese della carta - . In Svizzera o a Montecarlo". Quasi 30 armatori greci hanno già chiuso gli uffici a Londra. Il Tesoro conta di guadagnare dalla riforma 800 milioni l'anno e stima una "fuga di portafogli" pari a 3mila persone a breve e 16mila nel lungo termine. La City non è così ottimista: per un recente sondaggio più del 57% dei "non-doms" potrebbe emigrare con una perdita secca di 2,6 miliardi per l'erario. Le porte di Svizzera e Montecarlo, comunque, sono spalancate. E in pole per accogliere questi yacht-people c'è la confederazione dove i Paperoni stranieri godono di uno status speciale e pagano le tasse solo in base alle spese in loco. E dove i singoli Cantoni possono siglare accordi "ad personam" - ne esistono già 3.600 - con i contribuenti più facoltosi. Così per le tasse si rinnegano le radici. Prendiamo Ernesto Bertarelli, numero uno di Serono e Alinghi. Prima la famiglia ha lasciato l'Italia per Ginevra. Adesso lui si è trasferito a Gstaad dove l'erario è meno vorace. Oppure Johnny Hollyday. Il cantante francese ha abbandonato tra le polemiche Parigi ("pagavo il 72% delle entrate in tasse") per emigrare a Walchil, paradiso tributario di 3mila anime vicino a Zug dove abitano - non certo solo per il clima - anche Sergio Marchionne, il maggior azionista della Lego, uno degli eredi Swarovski e Alain Prost. Michael Schumacher ha messo su casa sul Lago di Ginevra seguito a ruota da Lewis Hamilton. "In Gran Bretagna ero assediato dai fan - ha detto il campione McLaren - ero stufo di firmare autografi". Soprattutto, c'è da immaginare, quello in calce alla dichiarazione dei redditi. (15 febbraio 2008)
http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/londra-tassa-ricchi/londra-tassa-ricchi/londra-tassa-ricchi.html
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