venerdì 15 febbraio 2008

ABORTO: PANNELLA, FERRARA NON HA VOLUTO IL CONFRONTO TV

ROMA - Si è risolto in 20 minuti di "show" pannelliano l'annunciato faccia a faccia tra il leader radicale e Giuliano Ferrara a "Unomattina". Grida e improperi di Marco Pannella contro l'inventore della lista 'Pro-life', reo di aver chiesto di sostituire al confronto due finestre, una per sé e una per il leader radicale, nelle quale ognuno potesse sostenere le proprie posizioni senza alcun contraddittorio. Pannella, come prevedibile, non ha acconsentito, esprimendo in diretta televisiva tutto il suo "sconcerto" per l'atteggiamento di Ferrara. A raccontare scena e retroscena è stato lo stesso Marco Pannella, piombato a Montecitorio di ritorno dagli studi Rai per annunciare una conferenza stampa alle 12. Argomento, quanto accaduto stamattina, ma anche lo stato delle trattative tra i radicali e il Pd alla vigilia dell'assemblea costituente del partito di Veltroni. FERRARA A PANNELLA, NON E' ARGOMENTO PER CONFRONTO TV - Non "sottoporrò alla futilità delle opinioni a confronto" in tv il tema dell'aborto, né con Pannella né con altri: Giuliano Ferrara spiega così il mancato confronto a 'Unomattina' con il leader radicale Marco Pannella, al quale invece offre di confrontarsi in un teatro, di fronte a un pubblico. "Caro Pannella - dice il direttore de 'Il Foglio - questa mattina hai fatto una tremenda scenataccia in tv, a Raiuno, perche' non ho accettato di discutere con te di aborto. Duilio Giammaria e la sua collega Elisa Ansaldi erano sconcertati dalla tua violenza verbale. Io invece la capivo. Hai dato scandalo perché pensavi che io rifiutassi di parlare con te della questione decisiva che ci divide aspramente. Ma non è così, e te lo spiego. Io non discuterò della vita umana, come se fosse un'opinione, con alcun candidato in tv. La tv è antiveritativa. Un bel mezzo per comunicare, rispettabile e fatto da persone rispettabili, tra cui io stesso fino a ieri. Ma sul ponte di Messina o sull'Ici valgono le opinioni, sulla vita umana e l'amore vale la solitaria e pubblica ricerca della verità". "Senza fanatismo, io penso di averla trovata, la verità sulla vita umana, e credo che sia giusto non esporla alla futilità delle opinioni a confronto. Se le norme non mi consentiranno di esporre, in par condicio con altri candidati, le mie idee sulla strage eugenetica in corso nel mondo, pazienza. Entrerò in clandestinità mediatica. I cittadini hanno il diritto di essere informati sulle idee di chi si candida alle elezioni, ma anche i cittadini hanno un'anima razionale. E le anime razionali possono comunicare tra di loro, liberalmente, anche fuori dalla televisione, se necessario. In qualunque momento sono disposto a discutere con te in un teatro di aborto. A Milano, per esempio. La settimana prossima, se lo vuoi. Il teatro - conclude - lo pago io con i miei soldi. Un abbraccio severamente dissenziente dal tuo vecchio amico talebano. Riguardati e stammi bene".

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