COSENZA - "Siamo sempre sovversivi": questo lo slogan che campeggia sullo striscione che apre il corteo dei No global che nel pomeriggio ha attraversato le vie di Cosenza "contro la repressione, per le libertà e per la giustizia sociale, Genova 2001 - Cosenza 2008". Un'iniziativa organizzata dopo che il pubblico ministero Domenico Fiordalisi ha chiesto la condanna di tredici militanti, imputati a Cosenza, in Corte d'assise, di associazione sovversiva, ritenuti colpevoli di aver organizzato gli incidenti durante il Global forum di Napoli e il G8 di Genova nel 2001. Al corteo, promosso dal movimento "Liberi tutti", partecipano alcune migliaia di persone (oltre diecimila secondo gli organizzatori) tra rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, associazioni, movimenti, partiti e sindacati. Fra questi, il leader delle Tute bianche Luca Casarini, Oreste Scalzone, il deputato del Prc Francesco Caruso (il pm ha chiesto sei anni di reclusione per Caruso, Casarini e per Francesco Cirillo, quest'ultimo considerato la "mente" della Rete meridionale del Sud ribelle). E ancora, Silvia Baraldini, Heidi Giuliani (parlamentare del Prc e madre di Carlo, morto a Genova durante il G8), il segretario nazionale della Fiom-Cgil Giorgio Cremaschi. Per l'eurodeputato ed ex portavoce del Genova Social Forum Vittorio Agnoletto, la manifestazione "è un successo, ci sono migliaia di persone, nonostante la crisi politica e la distanza che, in questi mesi, si è creata tra i movimenti sociali e il governo. E' inaccettabile che un pm cerchi di ridurre il più grande movimento europeo degli ultimi decenni, che continua a chiedere verità e giustizia, a una cospirazione di una quindicina di persone per sovvertire l'ordine costituito". Sulla stessa linea Heidi Giuliani, "da sette anni chiedo giustizia e verità per mio figlio e per le molte vittime di Genova - dice - e continuo invece ad assistere a una giustizia al contrario, che accusa le vittime e promuove i delinquenti in divisa". "Con questo - aggiunge - non penso che tutte le persone in divisa siano delinquenti, ma penso che se anche le forze dell'ordine non fanno pulizia al loro interno, la nostra sarà sempre una democrazia più a rischio".
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