Le missive fanno riferimento, in particolare, ai magistrati Boemi, Lombardo, Mollace, Gratteri, Pennisi e Di Palma. È di pochi giorni fa, inoltre, la scoperta di una microspia nei locali del Palazzo di Giustizia. Il Procuratore Pignatone: "Si tratta di fatti vecchi, tutti antecedenti al mio arrivo” Nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria si aggira lo spettro di un “corvo”. Come a Palermo negli anni del Maxiprocesso, quando una “gola profonda” cercava di screditare il lavoro di Falcone e Borsellino, adesso la magistratura del capoluogo calabrese deve fare i conti con una pericolosa fuga di notizie. Ai magistrati della Dda reggina, infatti, sono state recapitate negli ultimi tempi delle missive anonime, contenenti minacce e notizie su indagini riservate, sulle collusioni tra politica e ‘ndrangheta. Tutto questo, dopo la scoperta di una microspia in una stanza vicina a quella del pm Nicola Gratteri.
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