martedì 28 luglio 2009

Ambiente e salute, Italia «malata»: al Sud troppa poca acqua potabile

ROMA - La salute del territorio italiano è malandata e trascurata, manca un'azione comune nel gestire i diversi «attacchi» mossi all'ambiente dalle varie fonti di inquinamento e l'Italia si presenta assolutamente a macchia di leopardo con Regioni virtuose per alcuni aspetti della salvaguardia ambientale, ma ancora in ritardo su altri, e Regioni, soprattutto quelle del Sud, che invece presentano un quadro complessivo fosco. È il quadro che emerge dalla prima edizione del Rapporto Osservasalute Ambiente (2008), un'approfondita analisi dello stato di salute dell'ambiente e dei suoi riflessi sulla salute della popolazione italiana realizzata dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma ed è coordinato dal professor Walter Ricciardi, Direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
POCA ACQUA POTABILE -Il dato più preoccupante è la scarsa disponibilità di acqua potabile: mentre alcune Regioni del Nord possono godere di risorse idriche abbondanti e regolarmente disponibili, al Sud tale disponibilità è ridotta sia in termini di precipitazioni, sia in termini di risorse disponibili. Infatti, se in ambito nazionale l'82,3% della popolazione dispone di acqua in quantità sufficiente, nell'Italia insulare tale percentuale viene quasi dimezzata (42,7%) e nell'Italia meridionale la percentuale di popolazione soddisfatta del fabbisogno idrico sale a un modesto 69,9%, rispetto all'87,6% dell'Italia centrale e al 97% circa dell'Italia Nord occidentale e Nord orientale. Inoltre, preoccupa, rispetto ai dati della precedente indagine svolta dall'Istat, sia la diminuzione dell'acqua erogata (-13 litri/die pro capite), sia l'ulteriore diminuzione dell'acqua erogata rispetto all'acqua immessa in rete (-1,6%) indicatore del quantitativo di acqua dispersa in rete; si auspica, quindi, un miglioramento nella gestione degli acquedotti tale da incrementare l'efficienza nell'impiego della risorsa idrica.
INQUINAMENTO ACUSTICO - Meno preoccupante la situazione per quanto riguarda l'inquinamento acustico: i dati mostrano un trend generale in aumento dei Comuni che hanno approvato la classificazione acustica del territorio. Pertanto, in base alla disponibilità dei dati, si può rilevare che il 31,5% dei Comuni italiani ha approvato la classificazione acustica contro un 17,4% del 2003 e un 10% del 2002. Pur in presenza di una tendenza positiva, la risposta da parte dei Comuni risulta essere ancora inadeguata e a macchia di leopardo in Italia.
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http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_luglio_28/rapporto_ambiente_4575ea24-7b58-11de-9006-00144f02aabc.shtml

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