Si apre un nuovo fronte nell'emergenza inquinamento: i rifiuti di plastica (centinaia di milioni di tonnellate) finiti a galleggiare o in fondo agli oceani in tutto il mondo, che rilasciano sostanze tossiche in grado di danneggiare seriamente la vita in fondo al mare. E' l'allarme lanciato da uno studio giapponese condotto alla Nihon University a Chiba, che per la prima volta associa le buste di plastica non solo al rischio di soffocamento per gli animali che le ingeriscono, ma anche alla possibilita' concreta del lento rilascio di sostanze tossiche in mare. La situazione e' drammatica: le buste di plastica galleggianti negli oceani formano ormai vere e proprie "isole". Nel Pacifico e' stato scoperto un agglomerato di plastica galleggiante in un'area grande il doppio dell'intera superficie del Texas, rifiuti galleggianti in balia delle correnti marine che, secondo l'autore dello studio Katsuhiko Saido, si degradano in tempi relativamente brevi. "La plastica viene ritenuta stabile - spiega lo scienziato - invece abbiamo scoperto che nel mare si decompone, esposta al sole, alla pioggia e altre condizioni ambientali, dando luogo a un'altra fonte di contaminazione globale che continuera' in futuro. Fino ad oggi non sono stati condotti studi sulla decomposizione della plastica a bassa temperatura nell'ambiente a causa della errata concezione secondo cui la plastica non si decompone".
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http://www.aduc.it/dyn/ucquot/
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