ROMA - In poche ore trentamila firme. Che in meno di 24 ore sono diventate 55mila e continuano ad aumentare. Una risposta massiccia quella ottenuta dall'appello di Repubblica in difesa della libertà di stampa, l'iniziativa lanciata dai giuristi Franco Cordero, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky dopo la decisione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di denunciare Repubblica per le dieci domande che il quotidiano da mesi gli pone ma alle quali lui non ha ancora dato alcuna risposta. La risposta è stata immediata. A mobilitarsi subito è stato il mondo della cultura e dello spettacolo. Ma non solo. Fra le adesioni, anche quella di Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, e di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Libertà e Giustizia, si legge in una nota, "testimonia la sua solidarietà in particolare ai giornalisti di Repubblica e dell'Avvenire, direttamente minacciati e spiati con metodi piduisti, ma in generale a tutti i giornalisti italiani che con questa denuncia di Silvio Berlusconi hanno ricevuto una sorta di avvertimento: è vietato fare domande; è vietato criticare".
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http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-23/appello-repubblica-sabato/appello-repubblica-sabato.html
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