Pechino, 4 set. (Adnkronos) - Nuovi scontri si sono verificati oggi fra manifestanti e polizia a Urumqi, capoluogo della regione autonoma cinese dello Xinjiang, teatro di violenze e tensioni fra la minoranza islamica degli uiguri e i cinesi di etnia han. Secondo l'agenzia ufficiale cinese Xinhua, gli agenti di polizia hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere un migliaio di manifestanti riuniti nel centro della città.
I manifestanti sono cinesi che per il terzo giorno consecutivo protestano chiedendo protezione contro gli attacchi a colpi di siringhe infette di cui sarebbero stati vittime, perpetrati da uiguri. Le autorità della regione autonoma hanno riferito oggi che 476 persone sono state curate negli ospedali di Urumqi dopo aver dichiarato di essere state colpite da siringhe, 433 delle quali appartenenti all'etnia han.
Centinaia di agenti di polizia erano stati dispiegati questa mattina nella città, dove si erano già svolti scontri etnici a luglio, ma ciò non ha impedito i nuovi scontri. Il partito comunista cinese accusa delle violenze la leader degli uiguri in esilio, Rebiya Kadeer.
La Kadeer ha diffuso oggi un comunicato in cui esorta il governo cinese ad "assicurare la sicurezza di tutte le persone che vivono nel Turkestan orientale (Xinjiang) sia uiguri che cinesi han". Dilxat Raxit, portavoce del Congresso mondiale Uiguri, l'organizzazione degli esiliati, ha intanto smentito che vi siano stati attacchi con siringhe infette, aggiungendo che una decina di uiguri sono stati aggrediti ieri da centinaia di han armati di bastoni.
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