Il venerabile della loggia deviata: "Quel piano vorrei anche riuscire ad attuarlo, se solo avessi venti anni di meno". E su Berlusconi: ha prima disfatto la famiglia, ora sta disfacendo l'Italia. Ma nessuno gli dice nulla
ROMA. "Quel Piano, non solo lo rifarei, ma vorrei anche riuscire ad attuarlo, se solo avessi venti anni di meno". Lo afferma, in una intervista al Tempo, Licio Gelli a proposito del progetto eversivo della P2, chiamato 'Piano di rinascita democratica'.
"All'epoca - spiega Gelli -, se avessimo avuto quattro mesi di tempo ancora, saremmo riusciti ad attuarlo... In quel momento avevamo in mano tutto: la Gladio, la P2 e... un'altra organizzazione, che ancora oggi non è apparsa ufficialmente, non creata da noi ma da una persona che è ancora viva tutt'oggi, nonostante abbia oramai tanti anni. Avevamo tre organizzazioni, ancora quattro mesi di tempo e avremmo sicuramente messo in pratica il Piano". "Che, sia chiaro - aggiunge -, era valido allora e sarebbe valido anche adesso. Certo, servirebbero delle modifiche, ma attuando il Piano non saremmo arrivati alla situazione che, in Italia, si vive oggi".
Gelli aggiunge poi un giudizio "negativo" su Silvio Berlusconi. Alla domanda su che cosa sia cambiato nei loro rapporti, replica: "E' venuto meno rispetto a quei principi che noi pensavamo lui avesse. E ricordi che l'ho avuto per sette anni nella loggia, quindi credo di conoscerlo". "Anche questo puttanaio delle ultime settimane - aggiunge Gelli -. Sia chiaro, é vero che può fare ciò che gli pare e piace, come e quanto vuole, ma bisogna anche avere la capacità di 'saperlo fare', e poi esiste pur sempre un limite. Invece lui continua. Ha prima disfatto la famiglia, ora sta disfacendo l'Italia. Ma nessuno gli dice nulla. Ha commesso un reato? Se è vero ciò che gli viene attribuito (e credo che almeno in parte sia vero), allora sì: non avrebbe dovuto farlo, o, quantomeno, avrebbe dovuto utilizzare sistemi più riservati".
Nessun commento:
Posta un commento