Domani a Roma l'appuntamento che lancia la campagna per il voto del 12 e 13 giugno. Alla mobilitazione contro la privatizzazione degli acquedotti, si affiancano anche i timori provenienti dal Giappone: "Basta scelte dettate solo da interessi economici"di CARMINE SAVIANO
SI DEFINISCONO i garibaldini dell'acqua. Hanno percorso il Belpaese raccogliendo oltre un milione e quattrocentomila firme. Per dire no alla privatizzazione di un bene pubblico essenziale, con una mobilitazione dal basso che ha coinvolto movimenti e associazioni. E domani saranno in piazza. Manifestazione nazionale a Roma. Si parte alle 14 da Piazza della Repubblica. Una giornata organizzata dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua 1 per promuovere la battaglia referendaria in vista delle consultazioni del prossimo 12 e 13 giugno. E non solo. Alla piattaforma programmatica si è aggiunto l'impegno contro l'intervento militare in Libia e contro il nucleare in Italia. Per protestare contro "una drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi".
L'appello. La preparazione per la manifestazione è stata lunga e accurata. Documenti, campagne informative, iniziative preparatorie. E un appello, per richiamare l'attenzione dei cittadini sul senso della mobilitazione e sull'importanza del voto referendario: "Noi che ci siamo nelle battaglie per la riappropriazione sociale dei beni comuni e per la difesa dei diritti pensiamo che i referendum siano un'espressione sostanziale della democrazia attraverso la quale i cittadini esercitano la sovranità popolare su scelte essenziali della politica che riguardano l'esistenza collettiva".
Continua ...
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