Ieri pomeriggio, la decisione nel vertice di Parigi. Poi partono i cacciabombardieri francesi che attaccano i tank libici a Bengasi. Quindi i missili Usa e il raid franco-britannico notturno sulla capitale. Gheddafi minaccia rappresaglie contro i civili in tutto il Mediterraneo. La Russa "I nostri aerei pronti". Berlusconi: "Credo che non serviranno". Molto critico Bossi
ROMA - Adesso è guerra nel Mediterraneo. Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia, Canada e Spagna hanno scatenato l'offensiva contro Muammar Gheddafi e il suo regime. L'hanno chiamata "Odissey Dawn" ("Alba di Odissea"). Nel pomeriggio, si sono mossi per primi i ricognitori e i caccia di Sarkozy. Poi, le navi e i sommergibili americani hanno scatenato una pioggia di oltre un centinaio di missili "Tomawhak" su obiettivi strategici (installazioni militari, caserme, depositi d'armi e di carburante, strutture di comunicazione). Più tardi, nella notte, altri raid francesi e poi anche inglesi. Tripoli è in fiamme e la contraerei libica spara (un po' alla cieca) nel cielo della capitale contro i Mirage francesi e i Tornado britannici praticamente irraggiungibili. Dalle postazioni libiche si alzano anche grida di "Allah è grande".
La Libia, adesso, si lamenta: il comunicato del governo parla di "azione dei crociati" che "ha colpito strutture civili e ospedali e ha causato almeno 48 vittime tra cui donne, vecchi e bambini e 150 feriti". Gheddafi, invece, interviene con un messaggio radio piuttosto violento: ''Il Mediterraneo è diventato un campo di battaglia - ha detto ieri in tarda serata -. Attaccheremo obiettivi civili e militari''. Dietro a queste parole c'è la minaccia che fa più paura: quella del terrorismo.
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