Parla Rea Beko, una delle 500 hostess incontrate dal Rais a Roma nel febbraio scorso
“Magari Gheddafi ha anche le sue colpe, metodi diversi dai nostri ma non è un tiranno come lo stanno descrivendo, fa solo gli interessi del suo Paese”. Rea Beko, albanese 28 anni è una delle 500 hostess che nel febbraio 2009 hanno incontrato a Roma il Rais. Da allora ha fatto diversi viaggi in Libia, si è convertita all’Islame oggi non è la sola a schierarsi decisamente dalla sua parte.
“NON E’ UN TIRANNO” – “Abbiamo visitato quasi tutta la Libia, invitate da Gheddafi – racconta insieme ad altre tre, Miriam,Francesca e Valentina -. Tutti nel suo staff ci hanno trattate da regine, da sorelle, con un rispetto per la nostra femminilità enorme”. Rea, dal febbraio del 2009 ha partecipato a tutti gli incontri romani con Gheddafi. La prima volta, tra le 250 ragazze presenti fu l’unica ad alzare la mano quando il colonnello chiese chi aveva letto il Corano. “Da quel momento lui si interessò subito a me e quando invitò tutte a visitare la Libiacolsi l’occasione al volo. Dopo due settimane partimmo in 12: io, una ragazza di origini libiche, una che stava ultimando una tesi di laurea su di lui, una che studiava arabo e altre. All’inizio eravamo un po’ impaurite – afferma -: non conoscevamo il Paese, la cultura, qualcuna temeva anche che ci avrebbero potuto fare del male, ma alla fine siamo andate via con le lacrime agli occhi. Tutti sono stati davvero troppo ospitali”.
“E’ SOLO COLONIZZAZIONE” – La Libia che descrive Rea è un paese tranquillo, lontano anni luce dalle rivolte che lo hanno infiammato a distanza di neanche due anni. “Il popolo voleva bene al suo Leader ed era orgoglioso di avere qualità della vita superiore agli altri ‘vicini di casa’ africani – prosegue -.
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