domenica 20 marzo 2011

"Sarà una guerra lampo prima che il raìs incendi i pozzi"

I piani della coalizione: pioggia di fuoco giorno e notte. Nel mirino radar, cisterne e contraerea. Non ingaggerà in campo aperto: troppa la sproporzione delle forze Gheddafi non controlla né cielo né mare. I suoi Mig accecati dalla guerra elettronica
di CARLO BONINI

ROMA - Giorni. Pochi giorni. Non mesi. Tantomeno settimane. Le ragioni, l'agenda e i delicati equilibri che tengono insieme le cancellerie di Parigi e Londra, la Casa Bianca e la Lega Araba, definiscono i "battle plans" degli stati maggiori alleati. Promettono - lo ha sottolineato ieri Barack Obama, lo annuncia questo incipit di guerra con gli attacchi al suolo francesi su bersagli in movimento e con i 110 missili da crociera americani e inglesi rovesciati in meno di un'ora sui quadranti di Tripoli e Misurata - un conflitto rapido. Con fuoco dal mare e dall'aria su obiettivi militari libici indicati come "circoscritti": installazioni radar, centri di controllo e comando, fortificazioni e rifugi sotterranei, caserme, difese costiere, unità meccanizzate e corazzate, batterie di lancio della difesa aerea e missilistica, depositi di carburante, basi aeree.
Una violenta spallata pianificata, di qui ai prossimi giorni, da una routine di fuoco in diverse e ripetute ondate. Di giorno e di notte. Cui saranno chiamati a partecipare i caccia dell'intera coalizione. Che accechi il sistema di difesa libico e ne pieghi la resistenza. Che risparmi alle opinioni pubbliche occidentali e arabe lo spettacolo di un nuovo cruento pantano nel deserto utile solo a rafforzare Muhammar Gheddafi.
Continua ...

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