Che la rottura tra Silvio Berlusconi e l'ex sottosegretario all'InternoAlfredo Mantovano stesse volgendo al sereno lo si era capito sin dal termine della riunione convocata oggi pomeriggio dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Che aveva riunito il manipolo di parlamentari (15 deputati e 4-5 senatori) della sua corrente "Nuova Italia" per lanciare un avvertimento alla maggioranza. «È tutto risolto. Uscirà a breve un comunicato di Palazzo Chigi», aveva detto l'ex ministro Mario Landolfi lasciando la riunione. E così è stato.Mantovano ha ritirato le sue dimissioni (seguito a stretto giro anche dal sindaco di Manduria, Paolo Tomassino) dopo il comunicato diffuso poco fa dal premier in persona. Un messaggio stringato con cui Berlusconi aveva chiesto un passo indietro al parlamentare pugliese invitandolo «a entrare nell'unità di crisi al Viminale e nella cabina di regia presso la Conferenza unificata».
La promessa del premier: manterremo gli impegni assunti con i parlamentari pugliesiInsomma, un coinvolgimento ampio insieme alla promessa «che gli impegni assunti con lui e con i rappresentanti parlamentari della Puglia, a nome del Governo nei giorni scorsi, troveranno attuazione». Tradotto: il peso dell'ondata migratoria non sarà scaricato solo sul Sud. Come di fatto avevano chiesto qualche giorno fa, in una missiva inviata al Cavaliere, 62 parlamentari del meridione. Tutti schierati con l'ex sottosegretario. Che, dal canto suo, nell'annunciare il rientro nella compagine governativa, ha ringraziato il presidente del Consiglio «per la fiducia, per i delicati e impegnativi incarichi oggi conferitimi ai fini della gestione dell'emergenza immigrazione, e anche per l'affetto più volte manifestato in questi giorni, per me politicamente difficili».
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