Nessuno nel Vecchio Continente è in grado di raccogliere oltre la metà delle risorse. L'Ocse chiede all'Antitrust di "valutare il grado di competitività nei media"
di GIULIANO BALESTRERIMILANO - "Il settore televisivo resta dominato da società statali e da una società privata". Parola dell'Ocse che nel rapporto Going for Growth ha dedicato particolare attenzione alla situazione italiana, raccomandando all'Antitrust di "valutare il grado di competitività nei media tv". Una competitività difficile da immaginare: nel 2010 il 63% dei 3,8 miliardi spesi per la pubblicità in tv è finito nelle casse di Mediaset. La Rai si è accontentata del 23% e agli altri solo le briciole: il 6% per Sky e il 3,7% per La7. Ma se per gli ultimi due i numeri rispecchiano anche l'audience, per i big la situazione è diversa. Lo scorso anno lo share medio di Viale Mazzini, per l'intera giornata, è arrivato al 41,3%, per il gruppo della famiglia Berlusconi si è fermato al 37,6%. Certo a Mediaset interessa il target commerciale (15-64 anni), ma anche in questo caso lo share non supera il 40%. Come a dire che per gli investitori l'indice di ascolto non è un parametro così rilevante, merito forse dell'abilità dei venditori di Publitalia, ma anche delle norme che fissano al 12% del tempo di trasmissione il tetto per la pubblicità in Rai, un limite che per Mediaset sale 18%. Un'asticella che il governo potrebbe portare anche al 20%.
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