I ribelli confermano che tra le file dei governativi sono arrivati combattenti tribali e civili. Sabato la giornata più sanguinosa dagli inizi dei combattimenti: 28 morti e oltre cento feriti. Il regime smentisce il ritiro militare dalla città della Tripolitania
TRIPOLI - I combattimenti sono ripresi stamani a Misurata, nonostante l'annuncio del regime di Gheddafi di una tregua nelle operazioni contro gli insorti di questa città dell'ovest del paese, assediata da due mesi. Lo hanno rilevato giornalisti della France Presse sul posto. Alle prime ore di domenica, razzi Grad sono esplosi a raffica sulla città e sono stati uditi senza interruzione spari di armi automatiche. I ribelli hanno confermato l'arrivo tra le file dei governativi di combattenti tribali e civili.
"Ci si batte talvolta contro uomini in uniforme dell'esercito, talvolta contro uomini in abiti civili - ha spiegato uno degli insorti, Omar Rajab, 29 anni -. Ci sono ora dei combattenti tribali, provenienti dal sud". Questa mattina Khaled Kaim, viceministro degli Esteri di Tripoli, lo stesso che aveva annunciato una sostanziale ritiro dei soldati, ha rettificato: "Le forze armate non si sono ritirate da Misurata. Hanno semplicemente sospeso le operazioni per dar modo alle tribù di risolvere la crisi in 48 ore attraverso il dialogo e non con le armi".
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