L'Unione Africana invita ad una mobilitazione generale in favore dei 30 milioni di street children, simbolo della sistematica violazione dei diritti dell'infanzia nel continente. Il "Villaggio dei ragazzi" inaugurato nel marzo scorso alla periferia sud di Nairobi
ROMA - "Tutti insieme con i ragazzi di strada". E' tema scelto dall'Unione Africana 1 per la celebrazione di quest'anno della Giornata mondiale del bambino africano, istituita nel 1991 per ricordare le giovani vittime del massacro di Soweto del 16 giugno 1976, quando centinaia di studenti neri furono uccisi dalla polizia sudafricana dopo che erano scesi in strada per protestare contro la pessima qualità dell'istruzione e l'imposizione dell'afrikaans dei bianchi come lingua d'insegnamento. Il futuro fragile. I bambini sono le fondamenta su cui poggia il futuro del continente - la maggioranza della popolazione, infatti, ha meno di 18 anni - ma sono fondamenta fragili perché l'Africa è una delle regioni del mondo con i più alti livelli di povertà, dove le chance di sopravvivenza sono tra le più basse: ogni mille bambini nati, più di cento non raggiungono il primo anno d'età e sono migliaia quelli che muoiono ogni giorno per malattie facilmente prevenibili e milioni quelli orfani di uno o entrambi i genitori a causa dell'Aids. I simboli della povertà. I ragazzi di strada sono la manifestazione più visibile della sistematica violazione dei diritti dell'infanzia nel continente. Si tratta di bambini abbandonati, vittime della povertà e dell'Aids, orfani maltrattati, emarginati ed esclusi da ogni forma di assistenza e di educazione, giovani costretti a fuggire da famiglie violente, a guadagnarsi la vita nelle strade e a passare la notte nelle discariche, dove frugano nell'immondizia alla ricerca di cibo e di oggetti da rivendere o riciclare. In 30 milioni per la strada. Si stima che in Africa siano 30 milioni. Più di centomila solo a Nairobi, doveAMREF 2 11 anni fa ha lanciato il progetto Children in need 3, un programma di recupero che punta a togliere i ragazzi dalla strada offrendo loro cure sanitarie, organizzando attività sportive, artistiche e ricreative per recuperare fiducia e autostima, fino al reinserimento nella famiglia o nella comunità attraverso la scuola e i corsi di formazione professionale. Punto di partenza e cardine del progetto è il pieno coinvolgimento della comunità, dei leader politici e religiosi, e la moltiplicazione di contatti con la popolazione locale, per prevenire la formazione delle condizioni di disgregazione sociale e di violenza che spingono tanti giovani sulla strada.Continua ...
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