da libreidee.org.
«Delude e fa pensare che neanche fra i sette punti della contromanovra illustrata da Pierluigi Bersani a nome del Partito democratico, compaia una vera tassa patrimoniale». Firmato: Gad Lerner, da sempre vicino ai prodiani del Pd e attento osservatore dei riflessi italiani della crisi globale. Di fronte alla quale il conduttore dell’“Infedele” non ha più dubbi: la sinistra, da molti ritenuta una sorta di estremo baluardo politico contro le prepotenze del mercato, ora deve guardare in faccia la realtà e decidersi a fare i conti con la “dittatura” della finanza: che ha piegato persino Barack Obama, mentre in Italia – neppure di fronte al disastro-Berlusconi – l’opposizione ha trovato la forza di una vera inversione di rotta.
«E’ vero che al primo punto si prevede il supplemento d’imposta del 10% sui capitali “ripuliti” grazie allo scudo fiscale», concede Lerner il 14 agosto dal suo blog, esaminando la “contromanovra” presentata da Bersani. «Ma a parte il fatto che tale provvedimento è di dubbia costituzionalità, non sfugge la sua natura simbolica e parziale. A chi vive di rendita, in questo paese non è stato chiesto alcun supplemento di sacrifici, se si esclude la parificazione del prelievo sui profitti finanziari alle correnti aliquote europee», continua Lerner. «Nessuna tassa sulla casa (e qui ammettiamo pure che sarebbe dolorosa annche per molte famiglie non abbienti); ma soprattutto nessuna tassa sui patrimoni. Conosco molte persone ben più ricche di me che scampano il “contributo di solidarietà” varato dal governo perchè i loro beni non compaiono nella dichiarazione dei redditi».
Già il 12 agosto, di fronte ai sanguinosi tagli sociali imposti da Tremonti, il conduttore dell’“Infedele” non aveva potuto fare a meno di notare: «Guarda caso: noi ricchi siamo tassati solo sul reddito. Non sul patrimonio accumulato e sulle case». Problema che illumina lo spirito delle “manovre” che stanno condizionando l’Occidente e in particolare l’Europa: erosione drammatica del welfare, tagli selvaggi alla spesa pubblica e debito da “sanare” con altro debito che, fatalmente, produrrà una inesorabilecorsa alla svendita del patrimonio pubblico, verso una privatizzazione sempre più selvaggia e globale, di cui faranno inevitabilmente le spese i più deboli, tanto per cambiare. Possibile che la sinistra riformista non se ne renda conto?
Già il 12 agosto, di fronte ai sanguinosi tagli sociali imposti da Tremonti, il conduttore dell’“Infedele” non aveva potuto fare a meno di notare: «Guarda caso: noi ricchi siamo tassati solo sul reddito. Non sul patrimonio accumulato e sulle case». Problema che illumina lo spirito delle “manovre” che stanno condizionando l’Occidente e in particolare l’Europa: erosione drammatica del welfare, tagli selvaggi alla spesa pubblica e debito da “sanare” con altro debito che, fatalmente, produrrà una inesorabilecorsa alla svendita del patrimonio pubblico, verso una privatizzazione sempre più selvaggia e globale, di cui faranno inevitabilmente le spese i più deboli, tanto per cambiare. Possibile che la sinistra riformista non se ne renda conto?
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