Allo studio un contributo di solidarietà fino al 10%
sui redditi privati superiori ai 90mila euro
MILANO - La relazione di Tremonti alle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. Ecco in sintesi i punti salienti.
INTRODUZIONE - «Dividerò il mio intervento in due parti per illustrare sia la proposta di pareggio di bilancio in Costituzione nell'articolo 81, sia la scelta di anticipo del pareggio di bilancio. È un caso di eterogenesi dei fini».
CONTRIBUTI DI SOLIDARIETA'- «Per quanto riguarda l'evasione fiscale e quindi il recupero di risorse sono possibili contributi di solidarietà». Secondo indiscrezioni trapelate in ambienti vicini alla maggioranza, tale contributo, applicabile solo a redditi privati superiori ai 90 mila euro, potrebbe aggirarsi tra il 5 e il 10 per cento del totale. Si tratterebbe di una estensione anche al privato della tassa già prevista dalla manovra proprio sui redditi dei pubblici dipendenti superiori ai 90 mila euro. Non è ancora chiaro se si tratti di una misura 'una tantum' o se il «contributo» possa essere esteso a più anni, da qui al 2013, data del previsto pareggio di bilancio.
VINCOLO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE - Per l'articolo 81 della Costituzione è «necessaria una revisione. Lo dobbiamo cambiare perchè non costituisce un caso di successo, non ha funzionato perchè siamo arrivati ad essere il terzo o il quarto debito pubblico del mondo. La nostra posizione oggi è oggettivamente straordinaria». La scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è «una scelta che segna la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva». Oggi viviamo in un' epoca «che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli». È fondamentale che nella costituzionalizzazione del pareggio di bilancio ci sia un esplicito riferimento ai meccanismi europei, che sia definito da parte della Repubblica italiana il riconoscimento dei vincoli di bilancio che ci vengono dall'Europa. Non basta fare riferimento ai trattati dell'Unione europea, perché sono in evoluzione».
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