GERUSALEMME - Il ministro dell'Interno israeliano ha dato oggi la sua approvazione finale a un piano per la costruzione di 1.600 abitazioni per i coloni a Gerusalemme est, progetto il cui annuncio aveva portato a un'incrinatura dei rapporti diplomatici con Washington nel corso della visita di un anno fa del vicepresidente Usa Joe Biden. L'annuncio ufficiale del via libera da parte del ministro dell'Interno Eli Yishai potrebbe avere ripercussioni sui tentativi, portati avanti in primis dagli Stati Uniti, di dissuadere i palestinesi dal chiedere l'appoggio delle Nazioni Unite per il riconoscimento di uno stato autonomo, in un momento di stallo dei negoziati di pace, interrotti appunto per le divergenze sulla costruzione negli insediamenti. Nabil Abu Rdainah, portavoce della presidenza palestiensi, ha chiesto a Usa, Ue e altri sponsor del processo di pace in Medio Oriente di fare pressioni sul Tel Aviv affinché blocchi il progetto. L'approvazione iniziale per le 1.600 unità abitative a Ramat Shlomo, un insediamento ebraico in un'area della Cisgiordania annessa a Gerusalemme da Israele, è stata data nel marzo 2010 e ha portato alla luce le differenze tra Usa e Israele in materia di costruzioni. All'epoca, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton definì un insulto il progetto, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu espresse rammarico per le tempistiche dell'annuncio, respingendo però l'ipotesi di qualsiasi freno alle costruzioni negli insediamenti, tanto a Gerusalemme quanto intorno alla città. I palestinesi vogliono che Gerusalemme est diventi la capitale dello stato che vogliono fondare in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, che Israele ha occupato nel 1967 nel corso della guerra in Medio Oriente. Israele ritiene che Gerusalemme, nella sua interezza, sia la sua capitale, nonostante ciò non venga riconosciuto dalla comunità internazionale. Oggi il ministero israeliano per l'edilizia ha detto di non avere immediate risposte sulla tabella di marcia per le costruzioni. In passato, Israele aveva assicurato che le costruzioni non sarebbero riprese per diversi anni, ma il paese è nella morsa di crescenti proteste da parte di chi chiede abitazioni a basso prezzo, alimentando le speculazioni secondo cui i progetti negli insediamenti potrebbero subire un'accelerata.
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