Firenze, 17 ott. (Adnkronos) - Falso in bilancio, finanziamento illecito, associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Sono le principali ipotesi di reato a carico di Denis Verdini, il coordinatore nazionale del Pdl, al centro dell'inchiesta della Procura di Firenze sulla banca Credito Cooperativo Fiorentino, da lui presieduta fino al luglio del 2010, quando venne commissariata. L'inchiesta, un filone fiorentino di quella sui grandi appalti per il G8, si basa sulle relazioni degli ispettori di Bankitalia.L'indagine è condotta dai pm di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione. Sono 55 le persone indagate; a 18 è contestato il reato di associazione a delinquere finalizzato all'appropriazione indebita. In particolare, si tratta di ex membri del cda della banca, di sindaci revisori, dell'ex presidente della ditta di costruzioni Baldassini-Tognozzi-Pontello, Riccardo Fusi. Il senatore Marcello Dell'Utri (Pdl) è anche lui tra i 55 indagati, accusato di appropriazione indebita per un conto corrente che aveva al Ccf.A Verdini vengono contestate anche altre ipotesi di reato: ostacolo all'autorità di vigilanza, false comunicazioni all'autorità di vigilanza, emissione di fatture per operazioni inesistenti, finanziamento illecito da parte di alcuni imprenditori, conflitto di interessi non dichiarato in alcune operazioni. Verdini e Fusi sono stati prosciolti, venerdì scorso, a L'Aquila, per il processo sui grandi appalti, ''perché il fatto non sussiste''"Finalmente, dopo quasi quattro anni di indagine sul mio conto - dice Verdini, a proposito degli atti della procura di Firenze -, assistiamo al deposito di atti che si fondano unicamente su un teorema, di cui evidentemente taluni pubblici ministeri sono innamorati al punto da darmi l'idea di una guerra personale"."E il teorema è ancora una volta basato su un mio presunto rapporto di interessi con Riccardo Fusi, facile da dichiarare ma impossibile da dimostrare perché inesistente (come ha appena sancito la decisione del Gup de L'Aquila, di cui si è distrattamente dato conto sui media) - prosegue il coordinatore del Pdl -. Trascurando i risultati di una gestione ventennale dell'istituto di credito che ho presieduto fino al luglio del 2010 e azzerando il lavoro di organi collegiali, quale il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale del Credito Fiorentino, che si è anche contraddistinto per una rilevante crescita patrimoniale e per una notevole espansione dell'istituto, si vanno ad ipotizzare altisonanti capi di imputazione, quali l'associazione a delinquere, il potenziale conflitto di interessi o l'appropriazione indebita, che potrebbero far pensare, come già successo altre volte nei titoli dei giornali, che qualcuno si sia appropriato personalmente di milioni e milioni di euro".
Continua ...
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