Un settore in Italia che non conosce crisi ma che anzi è in netta salita con un 150% di crescita nell’ultimo anno.
Un volume di affari stimato intorno ai 150 miliardi l’anno. Sono i vari e variegati giochi a premi di Stato. Si va dagli svariati gratta e vinci, alle varie tipologie di estrazione, al superenalotto, al lotto ed ora anche, al poker dove è possibile giocare sia attraverso le infernali macchinette poste presso tabaccai e locali appositi oppure online attraverso i tanti nuovi siti dedicati a questo gioco.
Giochi d’azzardo? Sì. Se si considera che le cifre che si evincono accedendo direttamente al sito dell’Amministrazione Autionoma dei Monopolii di Stato: AAMS. Per ciò che riguarda gli ultimi dati di riferimento per il mese di settembre 2011, possiamo leggere che – ad esempio – solo con il solo gioco del Lotto a la raccolta totale delle somme giocate è stata pari a 635 milioni di euro, le vincite pari a 307 milioni e di conseguenza l’importo incamerato dallo Stato è pari a 328 milioni di euro.
Ed ancora: se vogliamo proprio avere una idea più ampia del fenomeno, ecco i dati del periodoGennaio/Settembre 2011, sempre per il solo gioco del Lotto. Gli italiani hanno speso la bella cifra di 5 miliardi e 113 milioni di euro, ne hanno vinti per 2 miliardi e 861 milioni di euro lasciando nelle casse dello Stato la bellezza di 2 miliardi e 262 milioni.
Provate ora a pensare quali cifre da capogiro lo Stato incamera dalla differenza fra quanto si gioca e quanto effettivamente si vince ogni anno. E pensate anche al fatto che, milioni di persone ogni giorno, dai 13 anni ai 90, dedica una parte della loro giornata alla speranza di una vincita.
L’età minima di accesso al gioco in Italia sta calando vertiginosamente. Ed è anche salita vertiginosamente, poiché se è vero che un tempo gli anziani giocavano al solo gioco del lotto, parte quasi integrante della nostra cultura nazionale, ecco che gli anziani di oggi si dedicano ad una moltitudine di possibilità di “vincita” vista l’offerta impressionante ed anche la stupefacente semplicità di accesso agli stessi giochi a premi.
Lo Stato ha necessità di incamerare e non si preoccupa di aver creato in molti casi stati di dipendenza o addirittura episodi di suicidio per coloro che si sono letteralmente rovinati per i giochi a premi o sono addirittura caduti nelle mani degli usurai.
Purtroppo, negli ultimi dieci anni, lo Stato Italiano ha cambiato di fatto determinate normative creandone altre a supporto di un progetto di raccolta fondi basato addirittura su una norma che per molti anni ha vietato agli italiani di poter tranquillamente accedere ad un metodo di vincita che in altri Paesi trova invece ampio spazio: il gioco d’azzardo.
Oggi come oggi, non vi è di fatto alcuna restrizione al gioco né per numero di possibilità di giocare, nè di importo né tantomeno per ciò che riguarda la possibilità, da parte del Monopolio di Stato, di inserire nuovi giochi a premio un pò in tutte quelle normative di stampo economico che vanno dalle poliedriche Manovre o al risanamento di zone terremotate.
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