TUNISI – La violenza torna nuovamente a scuotere la Tunisia. Diversi manifestanti questa mattina hanno attaccato il palazzo del governatore di Sidi Bouzid, città che subito si è trasformata in teatro di violenti disordini. Secondo una prima ricostruzione, il governatorato sarebbe stato saccheggiato e incendiato e, durante queste azioni violente, i manifestanti si sarebbero impossessati di diversi quantitativi di droga sequestrati. La situazione sembrerebbe essere molto preoccupante, al punto tale che il governo tunisino ha imposto il coprifuoco in città: tale provvedimento restrittivo, infatti, sarà in vigore dalle 19 alle 5 (frale 20 e le 7 in Italia) e riguarderà tutto il centro di Sidi Bouzid.
La rivolta è iniziata già ieri e proprio a Sidi Bouzid, città tunisina da cui partì la protesta contro Ben Ali. Qui ora si manifesta perchè le liste del partito Petition Populaire sono state escluse dalle elezioni per l’Assemblea Costituente, per la presenza di candidati un tempo inquadrati nel partito di Ben Ali. Le liste escluse sono 6 e la figura controversa, a cui farebbero riferimento, è quella di Hachmi Haamdi, considerato vicino all’ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali. La decisione contro Petition Populaire, ha scatenato la furia di migliaia di persone che sono scese in strada.
Una delle liste escluse era proprio quella relativa a Sidi Bouzid, la cittadina 220 chilometri a sud di Tunisi, dove il 17 dicembre scorso si diede fuoco l’ambulante abusivo Mohammed Tarek Bouazizi, per protestare contro la confisca della sua merce. Fu questo gesto a dare il via alla “Rivoluzione dei Gelsomini”, culminata il 14 gennaio con la cacciata di Ben Ali, poi propagatasi a gran parte del Nord Africa e del Medio Oriente.
Nessun commento:
Posta un commento