Secondo l'ex sindaco le ormai introvabili carte sulla presunta convenienza economica dei contratti sottoscritti da Palazzo Marino sono state fatte sparire. Per il suo successore, il Comune è stato truffato
MILANO - I documenti dell'amministrazione comunale che dovevano riportare la convenienza economica dei contratti derivati stipulati dalle banche con Palazzo Marino sono stati distrutti. E' la convinzione espressa dall'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che ha deposto stamani nel processo in cui sono imputate quattro banche (Ubs, Jp Morgan, Depfa e Deutsche Bank). "E' impossibile che persone competenti come i dirigenti comunali che si dovevano occupare dei derivati - afferma Albertini - non abbiano fatto quello che dovevano fare per norma di legge e cioè dichiarare la convenienza economica dei contratti. Se non si trovano i documenti vuol dire che sono stati distrutti. Oggi il pm ha avuto una notizia di reato e dovrebbe fare un'altra indagine per capire che fine abbiano fatto questi documenti. Il fatto che questa indagine non sia stata ancora fatta è una lacuna epocale". Gli istituti di credito sono accusati di avere commesso una truffa aggravata ai danni del Comune per circa 100 milioni di euro.
Dopo Albertini, è stata la volta del suo successore a Palazzo Marino, Letizia Moratti. "Il Comune di Milano ha ritenuto di essere stato truffato dalle banche e per questo il sindaco si è rivolto a degli avvocati". Alla domanda "ritenevate di essere stati truffati dalle banche", Letizia Moratti ha risposto: "pensavamo che potesse esserci stata questa fattispecie", spiegando che per questo motivo si è rivolta a degli avvocati che hanno intentato una causa civile di risarcimento danni nei confronti degli istituti con cui Palazzo Marino aveva sottoscritto i contratti su derivati.
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