ROMA - Israele fermerà temporaneamente il trasferimento di fondi all’Autorità nazionale palestinese dopo l’adesione all’Unesco. Lo si apprende da fonti ufficiali. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha deciso anche di accelerare la costruzione di insediamenti in varie parti della Cisgiordania. Lo hanno reso noto fonti ufficiali con un comunicato.
All’indomani dell’adesione della Palestina all’Unesco, Israele cerca di mettere a punto contromisure che esprimano la propria totale insoddisfazione per uno sviluppo che, secondo i dirigenti dello Stato ebraico, crea un ostacolo in più nel processo di pace e solleva interrogativi pesanti sulle intenzioni dell’Autorità nazionale palestinese. «Non resteremo con le braccia conserte», aveva detto ieri in parlamento il premier Benyamin Netanyahu, che oggi ha convocato a Gerusalemme i sette ministri principali del governo per definire una linea di azione nei confronti sia dell’Unesco sia dell’Anp: tra le possibili contromisure si sarebbe parlato anche del rilancio di progetti edili ebraici a Gerusalemme est.
L'Anp: così si distrugge il processo di pace. La presidenza palestinese ha detto che l'accelerazione impressa da Israele alla costruzione di insediamenti «e una decisione che accelera la distruzione del processo di pace».
Da parte loro i mezzi stampa palestinesi accolgono con grande compiacimento la decisione dell’Unesco, che nei Territori viene vista come un ulteriore passo verso l’obiettivo di creare uno stato indipendente. Nel prossimo futuro il Consiglio di sicurezza dell’Onu dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di adesione della Palestina. Nel frattempo la leadership dell’Anp si accinge a chiedere l’adesione ad altre sedici agenzie internazionali.
Ieri Netanyahu ha sostenuto alla Knesset che questo insieme di attività del presidente Abu Mazen rappresenta una infrazione degli accordi di Oslo, in quanto sono tutte ispirate da un carattere unilaterale. Prima della seduta ristretta del governo, il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha opinato che è giunto il momento di troncare i rapporti con l’Anp. Il ministro delle Finanze, Yuval Steinitz, ha proposto di congelare i versamenti che Israele fa di norma sia all’Unesco che all’Anp. E se l’Autorità palestinese crollasse, o forse smantellata dallo stesso Abu Mazen? La risposta, in forma anonima, è giunta da un ministro citato dalla radio militare: Abu Mazen, a suo giudizio, sembra puntare verso uno stato palestinese indipendente, ostile ad Israele e non vincolato da legami di reciprocità. «E se questa è la situazione, non ci rattristeremmo troppo per la sua caduta», ha concluso.
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