venerdì 20 gennaio 2012

Crisi: calma sui mercati ma lo spread continua a scendere

(ASCA) - Roma, 20 gen - Giornata di relativa calma sui mercati finanziari. Riflettori puntati sulla Grecia e sulla prossima settimana con due appuntamenti decisivi per le sorti dell'area euro. Prima la riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles e poi a il 30 gennaio il vertice europeo dei capi di Stato e di governo. I mercati dopo la delusione per il vertice di dicembre sperano che i leader europei abbiano compreso che l'exit strategy necessita di interventi chiari e concreti.

In questo clima i mercati vivono preferiscono non assumere posizioni anche se l'intonazione di fondo si conferma di moderata fiducia. Borse praticamente piatte, euro poco mosso mentre lo spread continua a scendere. Il differenziale tra il Btp decennale italiano e il bund tedesco si e' ristretto ai altri 20 punti chiudendo a 432 punti con un rendimento del decennale sotto il 6,30%. Un livello ancora elevato mdecisamente inferiore a oltre il 7% dell'ultimo mese e mezzo.

Ancor piu' accentuata la flessione del differenziale sulle scadenze piu' brevi che scende sotto i 300 punti base. I mercati puntano sul pacchetto di liberalizzazioni del governo Monti che il premier presentera' all'Eurogruppo segnando l'avvio della cosiddetta Fase 2, focalizzata alla crescita e alla competitivita'. Emblematico che lo spread dell'Italia scende mentre sale quello spagnolo con l'effetto che l'Italia paga sul decennale 73 punti in piu' della Spagna mentre fino a pochi giorni fa si viaggiava intorno ai 140 punti.

Ma i mercati guardano soprattutto alla Grecia dove si attende un accordo tra il governo ed i creditori privati per un taglio su base volontaria dell'esposizione nei confronti di Atene. Si discute intorno a un taglio del debito di Atene di 100 miliardi di euro su un totale di 350 miliardi.

L'accordo con i creditori e' fondamentale per sbloccare il secondo pacchetto di aiuti di Commissione europea e Fmi al governo di Atene per 130 miliardi di euro. Atene puo' respirare fino al 20 marzo quando dovra' rimborsare prestiti per 14,3 miliardi e senza il soccorso dell'Europa e del Fondo Monetario Internazionale il default della Grecia sarebbe inevitabile.

Da giorni circolano diverse ipotesi sui termini dell'intesa. Le ultime indicano che Atene pagherebbe rendimenti sui nuovi titoli tra il 3,50% e il 4,50% e cio' implicherebbe una svalutazione volontaria da parte dei creditori privati di circa il 68% del capitale impegnato.

Se i mercati finanziari archiviano una settimana nel segno del rialzo, il mercato interbancario continua a registrare forti tensioni. Le banche europee hanno parcheggiato 528 miliardi di euro presso la Bce, il nuovo massimo storico a conferma del clima di sfiducia tra gli istituti di credito che preferiscono incassare un misero rendimento dello 0,25% piuttosto che impiegare la liquidita' in finanziamenti piu' remunerativi.

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