venerdì 20 gennaio 2012

Invalidità civile, come funzionano le nuove regole per i ricorsi


ROMA –  Dal primo gennaio chi vuole fare ricorso per invalidità civile deve rispettare le nuove regole in vigore. Come spiega il Corriere della Sera “se un cittadino vuole opporsi a un verbale dell’Inps e contestare, per esempio, il mancato riconoscimento dell’invalidità o la revoca di una provvidenza, non può più fare direttamente causa, ma è obbligato a presentare un’istanza di «Accertamento tecnico preventivo» (Atp) e depositarla presso la cancelleria del Tribunale di residenza”, secondo l’art. 38 la legge n. 111/2011.
L’obiettivo è ridurre i tempi e i contenziosi, quindi le cause legali. «Sono un V.I.P. – Very Invalid Person»,è una campagna di Cittadinanzattiva e si occupa della questione.
Massimo Piccioni, responsabile del Coordinamento generale medico legale dell’Inps ha spiegato:«Ogni anno riceviamo circa 150 mila ricorsi giudiziari di invalidità civile e pensionabile  Il problema è che il contenzioso giudiziario medico-legale INPS, soprattutto quello di invalidità civile, è concentrato per l’80% in alcune regioni centro-meridionali e per un terzo nella sola Campania. Con il tempo si è andato accumulando nei tribunali un arretrato di oltre 300 mila cause giudiziarie di tipo sanitario INPS. Oggi i cittadini devono attendere anche due anni per una sentenza di primo grado».
Ecco come funziona: «il Giudice provvede a far effettuare subito la consulenza, nominando un medico iscritto all’albo dei periti del Tribunale che dovrà esprimersi sulla sussistenza dei requisiti medico-legali dell’invalidità . Le sue conclusioni, qualora siano accettate dalle parti, sono omologate con un decreto dal Giudice ed hanno quindi immediata efficacia legale. Se invece una delle parti non accetta l’esito del perito, dovrà farsi carico di promuovere la causa giudiziaria che verrà espletata secondo il consueto iter procedurale».

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