martedì 10 gennaio 2012

Marrazzo ricattato, il legale annuncia: «Citeremo Viminale e Difesa»


Piero Marrazzo
ROMA - «Citeremo il ministero della Difesa e quello dell'Interno come responsabili civili». Il legale di Piero Marrazzo, Luca Petrucci, lo ha annunciato al termine dell'udienza preliminare del procedimento sul presunto ricatto ai danni dell'ex governatore della Regione Lazio. Udienza di fatto slittata al 23 gennaio per un difetto di notifica a due imputati.

Gli imputati. «Quando i carabinieri hanno commesso i reati contestati - ha spiegato l'avvocato - indossavano la divisa e, quindi, svolgevano la funzione di pubblici ufficiali». Il procedimento vede imputati quattro carabinieri «infedeli» accusati di aver ricattato Marrazzo nel luglio del 2009, in relazione al che ritrae l'ex presidente nell'appartamento di via Gradoli, a Roma, in compagnia del trans Natali, al secolo Josè Silva Vidal, imputata anche lei insieme ad altre tre persone (ritenute pusher dagli inquirenti).

Le accuse. Un legale dell'Avvocatura di Stato ha annunciato la richiesta di costituzione di parte civile del ministero della Difesa. I reati per cui i pubblici ministeri hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio vanno, a vario titolo, e a seconda delle singole posizioni, dall'associazione per delinquere alla detenzione e spaccio di stupefacenti; dall'omessa denuncia al falso, dalla perquisizione arbitraria alla calunnia, dalla rapina alla violazione di domicilio, dalla violazione della privacy al favoreggiamento. Del reato di omicidio volontario deve rispondere, secondo l'accusa dei pm di piazzale Clodio, l'ex maresciallo Nicola Testini. Al sottufficiale è attribuita la responsabilità della morte del pusher Gianguarino Cafasso.

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