Attesa per le decisione della Corte Costituzionale. Di Pietro: "Siamo preoccupati". Il segretario del Pdl: "Restituire ai cittadini il diritto di scegliere i candidati". Chiti: "Se passa si torna al Mattarellum". Bersani: "Farlo saltare? C'è nostro sudore più di altri. Ma c'è anche un problema da risolvere". Fiaccolata a Roma e Torino
ROMA - Ancora non ci sono certezze, ma le indiscrezioni che danno la Consulta orientata a bocciare il referendum sulla legge elettorale stanno già provocando un vespaio di reazioni. A partire dai sostenitori del quesito che punta all'abolizione del Porcellum. "Aspettiamo le decisioni della Consulta ma l'idea che alcuni partiti e alcuni organi di informazione dicano che sarà bocciato ci preoccupa perché vuol dire che qualcuno cerca di tramare contro, un tentativo di buttare in polemica valutazioni prettamente tecnico-costituzionali - attacca il leader di Idv Antonio Di Pietro - L'idea di non permettere ai cittadini di esprimersi con il referendum è un attentato alla democrazia". Toni forti quelli usati dall'ex pm che della battaglia referendaria ha fatto un cavallo di battaglia. Con al fianco costituzionalisti come Augusto Barbera: "Se le valutazioni sono di carattere giuridico, e non ne dubito, il referendum dovrebbe essere ammesso". E' quanto ritengono 115 costituzionalisti, tra cui autorevoli ex presidenti della Corte come Onida e Zagrebelsky.Per il democratico Vannino Chiti "se il 'porcellum' venisse abrogato dal voto dei cittadini non si avrebbe un vuoto legislativo bensì rivivrebbe la legge Mattarella". A prescindere dalle decisioni della Consulta, ragiona Chiti, qualcosa sembra muoversi nella giusta direzione: "Le riforme devono comunque essere fatte, a prescindere dalle decisioni della Consulta. Il primo, irrinunciabile
Bersani. "In quelle firme c'è il nostro sudore, più di quello di tanti altri" commenta il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, replicando così, alle accuse rivolte a una parte del Pd - anche da parte dell'idv - di voler condizionare la decisione della consulta. "A noi non farebbe certo piacere - continua Bersani - che una mobilitazione finisse in un diniego. C'è comunque un problema da dirimere, ci affidiamo alle forze costituzionali che decideranno in piena autonomia. In un caso o nell'altro non cambia la questione: bisogna superare una legge impotabile e inaccettabile, predisporre una riforma della legge elettorale con cui i cittadini abbiano la realtà effettiva di poter scegliere il loro rappresentante. Questo è il punto principale".
L'iter. Palla alla Consulta dunque. La bocciatura del questito si inserirebbe nel solco della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale contraria ad ammettere quesiti abrogativi di una legge, come quella elettorale. Mentre la scelta di andare alle urne dichiarando ammissibili i quesiti è tutta da costruire e si baserebbe sull'orientamento di parte della dottrina e degli studiosi della materia. I giudici sono divisi, dunque, sulla via da seguire: tradizione o innovazione?
Continua ...
http://www.repubblica.it/politica/2012/01/10/news/consulta_referendum-27870375/
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