L’odissea degli ammalati cronici fra piani terapeutici e piani d’ospedale meriterebbe una semplificazione
L’ODISSEA DEI MALATI – Perché per correre veloce, bisogna avere le gambe buone. E c’è un’intera area dove di misure per lo sveltimento e la facilitazione della vita dei cittadini, per ora non c’è traccia: quello sanitario. Ad esempio, per quanto riguarda la vita e la fatica quotidiana degli ammalati di malattie croniche, che hanno bisogno di somministrazioni di farmaci costosi, continuati e di difficile reperimento. Per loro, gli ammalati di diabete, epatiti, leucemie, e altre patologie che richiedono una terapia farmacologica continuata e molto onerosa, per la quale provvede fortunatamente il Servizio Sanitario Nazionale: il punto è che, però, per accedere a questo fondamentale servizio di sostegno sociale la procedura si mantiene macchinosa, non semplificata ma anche complicata, e soprattutto in generale quasi totalmente a carico del malato, che deve fare la spola fra i vari uffici, fra i medici, gli ospedali e le farmacie. Con tutti questi salti, il rischio è che qualcuno faccia tardi, o dimentichi un adempimento e così si finisca per negare le medicine al malato che ne ha bisogno: eventualità, questa, tutt’altro che peregrina, come vedremo.
IL PIANO TERAPEUTICO – La procedura per avere l’ok, la garanzia di una prescrizione fissa e gratuita, inizia dal proprio medico di famiglia, che riscontra e diagnostica la patologia. L’odissea, o il lungo percorso, inizia proprio lì: riscontrato ad esempio l’insorgere di diabete, il medico di famiglia invia il paziente ad uno specialista ospedaliero, o ad altra struttura autorizzata ad elaborare il piano terapeutico.
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