L’odissea degli ammalati cronici fra piani terapeutici e piani d’ospedale meriterebbe una semplificazione
Liberalizzazioni, semplificazioni: il governo di Mario Monti punta tutto sul rendere la vita più semplice ai cittadini. Più taxi, più avvocati, più notai, più farmacisti, più servizi, meno alti i prezzi della benzina, meno burocrazia, più informatizzazione, meno complicazioni. Questo l’intento, questo lo spirito dei decreti che stanno, passo dopo passo, cambiando il volto del nostro paese. In effetti, riportare l’Italia al passo dei propri partner europei non è una sfida facile, da vincere: aprire mercati, sveltire le procedure, rendere l’Italia un paese competitivo. Eppure, sono in molti ad avvisare il governo: non lasciate indietro nessuno.
L’ODISSEA DEI MALATI – Perché per correre veloce, bisogna avere le gambe buone. E c’è un’intera area dove di misure per lo sveltimento e la facilitazione della vita dei cittadini, per ora non c’è traccia: quello sanitario. Ad esempio, per quanto riguarda la vita e la fatica quotidiana degli ammalati di malattie croniche, che hanno bisogno di somministrazioni di farmaci costosi, continuati e di difficile reperimento. Per loro, gli ammalati di diabete, epatiti, leucemie, e altre patologie che richiedono una terapia farmacologica continuata e molto onerosa, per la quale provvede fortunatamente il Servizio Sanitario Nazionale: il punto è che, però, per accedere a questo fondamentale servizio di sostegno sociale la procedura si mantiene macchinosa, non semplificata ma anche complicata, e soprattutto in generale quasi totalmente a carico del malato, che deve fare la spola fra i vari uffici, fra i medici, gli ospedali e le farmacie. Con tutti questi salti, il rischio è che qualcuno faccia tardi, o dimentichi un adempimento e così si finisca per negare le medicine al malato che ne ha bisogno: eventualità, questa, tutt’altro che peregrina, come vedremo.
IL PIANO TERAPEUTICO – La procedura per avere l’ok, la garanzia di una prescrizione fissa e gratuita, inizia dal proprio medico di famiglia, che riscontra e diagnostica la patologia. L’odissea, o il lungo percorso, inizia proprio lì: riscontrato ad esempio l’insorgere di diabete, il medico di famiglia invia il paziente ad uno specialista ospedaliero, o ad altra struttura autorizzata ad elaborare il piano terapeutico.
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