Il ministro per le Infrastrutture denuncia il mancato trasferimento dei fondi ex Fintecna, poi destinati a nuove opere tra Sicilia e Calabria: "Incomprensibile questo silenzio dopo 20 mesi"
ROMA - "Trovo assurdo e incomprensibile il silenzio che da molti mesi viene opposto ad ogni mia richiesta di trasferire i fondi ex Fintecna, originariamente destinati al ponte sullo Stretto di Messina, alle opere individuate dal Governo con l'accordo delle Regioni Sicilia e Calabria. Per questo motivo oggi ho scritto ancora una volta al Presidente Prodi e a tutti i ministri, sollecitando l'adozione di tutte le misure occorrenti per garantire la effettiva destinazione di quelle risorse".È quanto dichiara il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che spiega di aver "voluto coinvolgere l'intero esecutivo perchè fu una sua decisione collegiale, nell'ottobre 2006, a determinare che quei fondi, pari a circa 1,4 miliardi di euro, fossero utilizzati per la realizzazione di infrastrutture di più alta priorità, opere poi definite in un accordo con gli enti locali".
Di Pietro ricorda che "ad oltre venti mesi di distanza continuiamo a rimanere inerti: con la conseguenza che, dopo mesi di laceranti confronti all'interno di questa maggioranza sulla sorte del Ponte, stiamo dimostrando di non essere stati in grado neppure di utilizzare per altre finalità, pienamente condivise, le risorse finanziarie già previste. Con il che - conclude il ministro - consegneremo al governo che ci succederà integre e disponibili quelle stesse, consistenti, risorse, dimostrandoci incapaci di dare attuazione a disposizioni di legge vigenti".
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