Roma, 19 febbraio 2008 - Questa ossessiva lotta al fumo è grottesca e sta assumendo connotati sempre più liberticidi. E’ grottesca perché è come se uno bruciandogli la casa si occupasse del canile. Ci sono sicuramente persone che si ammalano di cancro perché fumano, ma ce ne sono infinitamente di più che si ammalano perché costrette a respirare l’aria inquinata che è il risultato del nostro sistema produttivo. Ma mentre le prime hanno almeno soddisfatto un piacere, le seconde no. Poiché però il sistema produttivo non si tocca, Dio guardi, ci si accanisce allora sui fumatori.
Capisco il divieto nei locali pubblici. Perché un diritto di libertà si ferma là dove il suo esercizio danneggia gli altri. Ma se io fumo a casa mia danneggio solo me stesso. Se danneggio la mia salute, e come, sono fatti in cui nessuno, tantomeno lo Stato, ha diritto di mettere becco. Andando avanti sulla strada di questo terrorismo salutista si arriverà a emanare norme punitive per chi mangia troppo (e in America già ci siamo: si vuole proibire l’ingresso nei ristoranti agli obesi), a chi va a letto dopo l’una di notte (quando finiscono i programmi Tv), per chi fa troppo, o troppo poco, sesso, per chi fa una vita sregolata. Come se già non bastasse l’omologazione portata negli stili di vita dalla globalizzazione economica si vuole creare, in nome della salute, un normotipo. Un’utopia negativa che nemmeno la fantasia di Orwell e di Huxley aveva osato immaginare.
di Massimo Fini
http://qn.quotidiano.net/2008/02/19/65696-patente_fumatori_divieto_divieto.shtml
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