L'ambasciatore israeliano [in Canada - ndt] ha di recente espresso la sua indignazione per l'inserimento di Israele nell'elenco degli stati che praticano la tortura pubblicato su un manuale di addestramento per diplomatici.
L'ambasciatore asserisce che la tortura non è praticata in Israele, e in base a ciò sembra che il ministero degli esteri canadese riesaminerà il manuale e lo "correggerà". Il problema, comunque, non è il manuale ma il fatto che Isaele continua a fare uso regolare della tortura.
L'ambasciatore ha dichiarato che le voci di tortura, come quelle del The Public Committee Against Torture in Israel (PCATI), sono discutibili. Nel Novembre del 2007 il PCATI iniziò ad occuparsi di una clamoroso caso di abuso delle manette, nelle quali il detenuto, interrogato, si lamentò e mostrò le prove di essere stato torturato. Il giudice militare ordinò che il detenuto fosse esaminato. Successivi esami neurologici in u ospedale israeliano mostrarono che il detenuto soffriva di danni permanenti alle mani. Il PCATI fece un esposto su questo argomento, e sostenne che ci sono altre prove dell'uso sistematico di questa pratica. Di questo caso caso parlò Gideon Levy, sul quotidiano israeliano Haaretz, nel quale citava il memoriale della vittima.
"Il Capitano Adi sedette alle mie spalle e iniziò a percuotermi il volto ordinandomi di chinarmi all'indietro, e quando mi sentii stanco di restare sospeso lui mi spinse all'indietro e mi trattenne in quella posizione afferrandomi la maglietta. Il Capitano Effie... pose una mano sotto la mia sedia, afferrò le mie mani dietro la schiena e le tirò a sé. Dopo Effie afferrò le mie manette, mise ognuna delle mie mani in una fessura dello schienale. Dopo portò manette diverse, le strinse ai miei indici, con le mie mani legate alle mie spalle, e dopo l'arrivo di un altro addetto all'interogatorio, ognuno di loro cominciò a stringere le manette con tutta la loro forza, ed un altra persona mi teneva per il collo e al tempo stesso mi schiaffeggiava al volto. Usarono questa tortura per cinque o dieci minuti, durante i quali urlavo dal dolore e li imploravo di smettere, mentre qualcuno di loro mi derideva" ("Twilight Zone: A window on interrogation," Haaretz, 10 Gennaio 2008).
Continua ...
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