I fatti contestati si riferivano a numerosi episodi di concussione avvenuti negli anni Novanta .
NAPOLI - Il gup Stefano Risolo ha dichiarato di non dover procedere nei confronti di Benedetto «Elio» Letizia, il papà di Noemi, per tutti i capi di imputazione a suo carico - numerosi episodi di concussione nei confronti di baristi e ristoratori ai quali agli inizi degli anni Novanta, secondo l'accusa, «bussava» per chiedere mazzette. Sono 24 gli episodi di concussione che gli erano stati contestati e che sono stati dichiarati prescritti.
Il pm Eva Scalfati - per alcuni capi di imputazione - aveva chiesto il rinvio a giudizio perché aveva fatto un diverso calcolo della prescrizione e, in particolare, aveva sommato le astensioni degli avvocati (per un totale di un anno e sette mesi) che avrebbero spostato in avanti la decadenza del processo. Secondo la pm non c'era, quindi, la prescrizione, ma il gup ha dato ragione all'avvocato difensore Angelo Mastromatteo. Letizia non era presente nell'ufficio del gup alla Torre B del Centro Direzionale di Napoli, ma c'era, invece, l'avvocato del Comune di Napoli, Giuseppe Dardo, il quale era pronto a costituirsi parte civile (Letizia è ancora dipendente del municipio partenopeo).
Il legale di Letizia ha definito «singolare» che il fascicolo sia stato tirato fuori dopo anni e dopo la pubblicazione degli articoli di stampa che riguardavano il suo assistito e la sua famiglia. Poi ha denunciato di essere stato costretto a visionare i documenti nella stanza del capo dei gip sotto la vigilanza di un carabiniere.
Tutti i reati contestati, secondo l’accusa, sarebbero stati commessi in concorso con Giovanni De Vecchi, che all’epoca rivestiva la carica di direttore dell’ufficio Annona, già giudicato per tali episodi e assolto. La posizione di Letizia fu stralciata e in seguito, per una nullità del decreto di citazione, gli atti furono restituiti al pm.
È fitto l’elenco delle accuse per le quali è stata emessa sentenza di prescrizione.
Una presunta tangente di 35 milioni delle vecchie lire per una licenza a una pizzeria di via Piave dopo che il locale era stato chiuso perchè privo di autorizzazioni amministrative; 4 milioni per l’approvazione di una domanda per una licenza commerciale; 30 milioni per la licenza di un bar alla Riviera di Chiaia; 30 milioni per una licenza relativa a un esercizio di via San Pasquale a Chiaia; 30 milioni per un bar in piazza Municipio e altri 30 per l’attività di vendita di cibi cotti; 15 milioni per un bar di via Carelli; 28 milioni per una pizzeria in via Alabardieri; 20 milioni per un bar in via Giordano Bruno, 20 milioni per l’elettroforno di piazza San Luigi a Posillipo; 15 milioni per un bar a Secondigliano; 25 per un negozio di abbigliamento in via Fossa del Lupo; 28 milioni per un negozio di abbigliamento al corso Secondigliano; 20 milioni per la licenza a un venditore ambulante di alimenti; 25 milioni per un negozio di abbigliamento al corso Italia; 30 per un negozio di abbigliamento in via Cardinale Filomarino; 15 milioni per un Minimarket in via Camposanto; 17 per un negozio di generi alimentari in via delle Galassie; 30 milioni per un negozio di calzature al corso Secondigliano; 30 milioni per il locale «Il Castello» in via Manzoni; 30 milioni per una pizzeria al corso Secondigliano; 15 milioni per una licenza commerciale; 40 milioni per un locale pubblico in via Santa Teresa a Chiaia e 13 milioni per un chiosco al corso Umberto.
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