New York, 13 ago. (Apcom) - Per architettare il più grande piano di interrogatori antiterrorismo mai organizzato negli Stati Uniti gli agenti della Cia sono ricorsi alle consulenze di veri e propri esperti del settore, consulenti privati con anni di esperienza sui migliori metodi per estorcere informazioni ai detenuti.
Nel 2002 i servizi segreti assoldarono un team di ex psicologi militari, che dopo il congedo hanno messo in vendita l'esperienza accumulata, in particolare sulle prigioni cinesi. Nessuna conoscenza specifica di al Qaida o della cultura araba, solo una profonda dimestichezza con i migliori strumenti di tortura che ha reso agli "esperti" anche 2.000 dollari al giorno.
A rivelarlo è un'indagine del New York Times che spiega come Jim Mitchell e Bruce Jessen hanno fatto della guerra al terrorismo la propria gallina dalle uova d'oro, trovando nella Cia il loro miglior cliente. Un business finito con il cambio della guardia alla Casa Bianca dove subito dopo l'insediamento di Barack Obama le torture portate avanti dalla Cia negli ultimi otto anni sono state definite "un errore" a cui la nuova amministrazione ha immediatamente messo fine. Tra le pratiche messe a punto dai tecnici c'erano la privazione del sonno, il waterboarding (il sistema che provoca un annegamento simulato sul prigioniero) e il cosiddetto "learned helplessness", un sistema collegato alla cura della depressione che si basa sul rendere completamente inoffensivo l'imputato attraverso torture psicologiche. Perché il loro lavoro fosse più efficace gli 007 hanno fornito tutti i manuali di combattimento usati dai terroristi, in modo da comprenderne al meglio la psicologia. Uno dei loro primi esperimenti fu su Abu Zubaydah, numero tre di al Qaida, i cui interrogatori furono un clamoroso successo nelle prigioni tailandesi. Con gli interrogatori di Guantanamo nel centro del mirino e la minaccia di un'inchiesta da parte del Congresso Mitchell e Jessen hanno già reclutato da qualche settimana una squadra di avvocati per difendersi da eventuali cause penali per le "consulenze" fornite.
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