NAPOLI - Prima di essere ammazzata venne violentata tre volte. Su ordine del clan, furono i tre killer a costringerla a subire un rapporto sessuale prima di ucciderla con un colpo di pistola alla nuca. Da allora, il suo corpo non è stato mai più trovato, ma sulla sua fine ora non ci sono più misteri. Anna Sodano - prima testimone di giustizia della periferia orientale - venne attirata in una trappola, ordita dai vertici del clan Sarno.Sono queste le prime dichiarazioni di Carmine Caniello, killer stragista del clan Sarno di Ponticelli, che ha scelto di collaborare con la giustizia dopo un lungo periodo di detenzione in isolamento al carcere duro. È il secondo pentito interno al clan di Ponticelli, dopo Giuseppe Sarno, a premiare il lavoro investigativo svolto in questi anni dai pm Stefania Castaldi, Enzo D’Onofrio, Maria Cristina Ribera, coordinati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo. Ed è dalle pagine di verbali depositate in questi giorni al Riesame, che è possibile ricostruire la storia della tragica fine di Anna Sodano, dal 1996 consegnata agli annali della cronaca come caso di lupara bianca (corpo mai ritrovato) sul territorio vesuviano. Di lei parlano sia Caniello che Sarno.
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