Roma, 8 ago. (Apcom) - Il reato di clandestinità rischia di essere "strumento persecutorio" nei confronti di "migliaia e migliaia di immigrati che abbiamo accolto nella nostra vita quotidiana, traendone piccoli e grandi profitti": è la denuncia del quotidiano dei vescovi 'Avvenire' nel giorno in cui entrano in vigore le norme del pacchetto sicurezza. "Uno Stato ha diritto-dovere di stabilire le norme del vivere civile e del civile stare e restare nei suoi confini, e ha anche il compito di evitare che si consolidino situazioni di irregolarità e di abuso", scrive il vicedirettore Marco Tarquinio in un editoriale di prima pagina. "Il 'reato di clandestinità' ha, però, in sé la carica negativa di un giudizio sommario e ingiusto. Non solo perché nessun essere umano può mai essere definito 'clandestino' sulla faccia della Terra, ma perché nella concreta realtà italiana questo reato - l'abbiamo raccontato e dimostrato, facendo cronaca - rischia di diventare non un'arma contro l'irregolarità (di stranieri e italiani) bensì uno strumento persecutorio (perché rende più deboli e persino ricattabili) nei confronti di migliaia e migliaia di immigrati che abbiamo accolto nella nostra vita quotidiana, traendone piccoli e grandi profitti.
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http://www.apcom.net/newspolitica/20090808_120200_196af8b_68016.shtml
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