Lite tra Tunisi e Roma. Con il governo nordafricano che in serata smentisce l’accordo annunciato dal nostro governo lo scorso 25 marzo. Allora, i ministri Frattini e Maroni erano rientrati in Italia annunciando di aver sigltao un tratto per il quale il Tunisi si impegnava a riprendersi tutti i migranti giusti sull’isola di Lampedusa. Questa sera scopriamo che quell’accordo non è mai esistito. Enorme l’imbarazzo del nostro governo che attraverso la Farnesina annuncia un no secco a un nuovo accordo. Insomma, si gioca con le parole per mascherare l’ennesima debacle diplomatica del governo Berlusconi
Dopo giorni di accuse e minacce di rimpatri forzati fonti ufficiali del ministero degli Esteri tunisino hanno fatto trapelare tutto il loro malumore. Roma piuttosto, è il senso dello sfogo tunisino, mostri “solidarietà” con un Paese che, malgrado le mille difficoltà che sta attraversando, “è stato in grado di accogliere oltre 150mila rifugiati in fuga dalla Libia”. Ben più quindi dei 20mila che nelle ultime settimane si sono abbattuti come “uno tsunami umano” (parole di Berlusconi) su Lampedusa. “Nella missione del 25 marzo scorso a Tunisi – fanno sapere infatti da Roma citando la stessa circostanza richiamata dai tunisini – i ministri dell’Interno e degli Esteri, Roberto Maroni e Franco Frattini, hanno concordato con le autorità tunisine il rimpatrio immediato e progressivo di tutti i cittadini del paese nordafricano arrivati a Lampedusa quest’anno, sulla base dell’accordo tra i due Paesi sottoscritto il 6 agosto 1998 e rinnovato nel gennaio del 2009. Ma quell’impegno – è l’accusa rivolta – non è stato rispettato”. Insomma, è vero che durante quella missione non è stato materialmente sottoscritto nessun pezzo di carta. Ma, puntualizza anche la Farnesina , “sono state definite intese politiche molto chiare”, finora disattese. Quali? Da Tunisi, sostengono fonti del governo, c’era stato ad esempio l’ok alla richiesta italiana di rimpatriare nel giro di un mese con navi e aerei tutti i tunisini giunti a Lampedusa fino a quel momento, sulla base dell’invio della richiesta da Roma. Nella nota fatta filtrare dalla Tap, l’agenzia tunisina, il ministero degli Esteri di Tunisi parlava di “alcune dichiarazioni” non veritiere su un non rispetto degli accordi fatte da “partiti politici italiani” e “riprese dai media italiani”. In realtà, è stato lo stesso Berlusconi, giovedì scorso, ad accusare il governo tunisino di non rispettare i patti: “Il governo tunisino aveva assicurato di fermare le barche degli immigrati ma questo non è avvenuto”, aveva denunciato il premier.
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