GAZA - In diverse città come Gaza e Ramallah a poche ore dalla morte di Vittorio Arrigoni, sono stati numerosi i cortei per esprimere l'affetto per il volontario italiano barbaramente ucciso. Gli operatori umanitari italiani hanno inviato molti messaggi per far sentire la propria partecipazione sentita e corale. "L'uccisione di Vittorio ha lasciato tutti senza parole. Il nostro stato d'animo è di dolore e sgomento. Vorremo che non si perdesse il suo lavoro e quanto ha fatto", ha dichiarato un'operatrice italiana anonima al quotidiano La Stampa. Sembra che le organizzazioni non governative italiane non sappiano dare una spiegazione al rapimento e all'uccisione del volontario italiano. Oggi nel corso di una riunione a Gerusalemme hanno dichiarato di non aver avuto nessun segnale del drammatico sequestro. "Siamo increduli, non siamo in grado di dare un'interpretazione di quanto è accaduto. I rapimenti avvenuti in passato si sono risolti tutti con la liberazione degli ostaggi", ha dichiarato un'operatrice al quotidiano La Stampa. Le ong sono chiare su una scelta: non intendono lasciare Gaza e continueranno ad operare per aiutare la popolazione che soffre. L'agenzia Misna riporta le testimonianze di Silvia Todeschini, attivista di International solidarity movement (Ism). "Un migliaio di persone si stringono dietro una bara di cartone, per un finto funerale, avvolta nella bandiera palestinese e da quella italiana. Uno slogan mi ha colpito più di tutti: "Da Gaza a Jenin, Vittorio sei figlio della Palestina", ha dichiarato Silvia Todeschini.
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