Docenti e studiosi mettono in relazione la nuova riforma con la Cirielli, che nel 2005 ha già tagliato la prescrizione, e parlano di "ennesima certezza di impunità"
ROMA - La prescrizione breve è "l'ennesima legge ad personam" e la sua approvazione sarebbe un nuovo e "ulteriore sfregio ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza di fronte alla legge, che, come in passato, gli studiosi di diritto penale, senza distinzioni politiche, non possono non denunciare con forza". Lo scrivono in un appello una cinquantina tra i più importanti studiosi e docenti di diritto penale. Docenti e studiosi mettono in relazione la nuova riforma con la Cirielli, che nel 2005 ha già tagliato la prescrizione, e parlano di "ennesima certezza di impunità".
"L'obbiettivo neppure mascherato - recita il documento messo a punto da Giorgio Marinucci, professore emerito di diritto penale e che vede tra le tante firme anche quelle di Franco Coppi e Carlo Federico Grosso - è quello di evitare anche la pronuncia di una sentenza di condanna in primo grado per gli incensurati, evitando così, ad personam, il marchio di una condanna, pur non definitiva, che suonerebbe però conferma di un'accusa sgradita".
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