A due anni esatti dal sisma la ricostruzione è incompiuta. Soprattutto nei piccoli comuni
6 aprile 1009, 6 aprile 2011. Sono passati due anni esatti dal terremotoin Abruzzo che causò la morte di oltre 300 persone. E all’Aquila oggi si commemora, si ricorda, si prova a mantenere alta l’attenzione su una storia che oltre al dolore per la perdita di vite umane ha portato con sè anche il malessere per lepromesse irrealizzate della politica. Troppi slogan e progetti incompiuti, tra le macerie. La ricostruzione non è affatto conclusa, nonostante i ripetuti annunci del governo. E al danno, a 24 mesi dalle scosse che piegarono il centro Italia, si aggiunge la beffa.
NESSUN MINISTRO – Nel giorno della memoria mancano i ministri dell’esecutivo di SilvioBerlusconi. Alla messa c’è il capo dello Stato. Ma nessuno dei soci del Cavaliere nell’esecutivo che guida il paese. Gli abitanti dell’Aquila “non devono aver paura di essere dimenticati”, dice saggiamente Giorgio Napolitano. Non lo sono stati nel lungo via vai di rappresentanti delle istituzioni che in Abruzzo si sono recati per mostrare la loro solidarietà nelle prime settemane post-tragedia. Il premier era stato tra i primi a farsi vivo. Anche quando c’era da sbandierare in diretta tv l’innaugurazione delle prime case consegnate dal governo. Non a caso l’opposizione incalza. “Quest’anno il premier sciacallo e’ rimasto lontano dall’Abruzzo perche’ sarebbe stato cacciato a furor di popolo. Dopo due anni dal terribile sisma che ha devastato L’Aquila, infatti, delle mille false promesse di Berlusconi sono rimaste solo le macerie”, ha fatto sapere in una nota il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando. “Dov’è ora quel presidente del Consiglio - chiede la minoranza parlamentare - che faceva spot elettorali sulle macerie, che prometteva mari e monti ai poveri aquilani? Il suo indegno e vigliacco silenzio di questi giorni è la più grossa ammissione della sua incapacità umana e politica”.
Continua ...
Nessun commento:
Posta un commento