Roma, 6 apr. - (Adnkronos/Ign) - La norma sulla prescrizione breve, contenuta nel provvedimento all'esame di Montecitorio, è una ''sostanziale amnistia'' sui processi in corso e desta ''preoccupazione'' soprattutto per gli ''effetti negativi'' sui reati di corruzione. E' la netta denuncia contenuta nel documento redatto dal consigliere togato del Csm Aniello Nappi, su cui questo pomeriggio ilplenum del Consiglio esprimerà un parere.
Il testo sostituisce quello già all'ordine del giorno della seduta del plenum e presentato dallo stesso Nappi a conclusione di una riunione dell'assemblea lo scorso 23 marzo. Il testo sottolinea poi "la preoccupazione per gli effetti negativi, a regime, sul sistema penale indotti da una ulteriore riduzione dei termini di prescrizione inseriti per tutti i processi futuri, a causa della prevedibile inefficacia dell'azione penale per numerosi reati".
L'emendamento presentato da Nappi richiama poi il possibile conflitto delle norme sulla prescrizione breve con "fonti sovranazionali". "Ci si riferisce, in particolare -si legge nel testo - alla convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni unite contro la corruzione", che "raccomanda il rafforzamento da parte degli Stati firmatari delle misure sostanziali e processuali volte a prevenire e combattere la corruzione in modo sempre più efficace".
"La previsione della estinzione anticipata del reato -prosegue il testo dell'emendamento-, che ben può riguardare anche i delitti di corruzione, quale effetto autonomatico derivante dal decorso di predeterminati brevi limiti temporali, sembra allora porsi in netto contrasto con i principi sanciti dalla richiamata Convenzione contro la corruzione, ai quali l'azione degli Stati firmatari dovrebbe ispirarsi".
Il testo del consigliere Nappi fa poi riferimento ad un rapporto redatto da un gruppo di Stati nell'ambito del Consiglio d'Europa che sottolinea "il fatto che in Italia i processi per corruzione sovente non arrivano ad una decisione di merito in considerazione del maturare del termine di prescrizione del reato, prima di una pronuncia definitiva" e dunque "l'intervento normativo in esame, riducendo ancora la prescrizione per molti reati, non potrebbe che determinare un ulteriore aumento delle prescrizioni dichiarate (attualmente circa 150 mila all'anno)".
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