Sul Fatto Quotidiano si spiega da dove sono uscite le tre conversazioni del premier pubblicate ieri. E come mai sono state trascritte ma non utilizzateSul Fatto Quotidiano, in due articoli (uno a firma Marco Travaglio e uno di Barbacetto e Mascali) si spiega come hanno fatto le telefonate di Silvio Berlusconi in relazione al processo Ruby a finire sul Corriere ieri e perché la procura non ha commesso alcun illecito. Comincia Travaglio:
Fra le 20 mila pagine dei 20 faldoni di atti depositati dalla Procura di Milano agli onorevoli difensori di B., il Corr iere ha scovato tre foglietti esplosivi: quelli, appunto, che raccolgono i brogliacci di polizia giudiziaria con le trascrizioni di tre telefonate della Minetti, della Polanco e della Skorkina, intercettate mentre parlano con B. (e pare ce ne sia qualcun altro). Il Corr iere le pubblica e fa benissimo: il contenuto è molto interessante, dal punto di vista sia giudiziario sia politico. Fin dal 1° agosto 2010, quattro mesi prima di essere indagato e tre settimane dopo il primo interrogatorio di Ruby, B. già sapeva che c’e ra un’inchiesta che poteva riguardarlo e si attivava per rastrellare testimonianze sul fatto che la minorenne si fosse spacciata per maggiorenne. Prometteva soldi, anzi “benzina” a una ragazza rimasta a secco, tramite il solito Spinelli; un posto in Parlamento alla Minetti; e contratti in Mediaset alla Polanco. Ma soprattutto a convocare le testimoni per le indagini difensive, non era lo studio Ghedini, bensì la segretaria del premier, che già che c’era suggeriva pure la versione da fornire all’onorevole avvocato (“costruire e verbalizzare la normalità delle serate del presidente B.”). Un caso da manuale di inquinamento probatorio e di subornazione del teste, roba da arresto in flagrante.
Continua ...
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