L’accoglienza del capo degli insorti libici in Italia dimostra al Colonnello l’amara realtà: con Berlusconi non era niente di serio
Avete presente quando vi siete appena lasciati con la vostra ragazza e subito la vedete felicemente sistemata con un altro? Così deve sentirsi Gheddafi dopo oggi, quando è ufficialmente sbocciato l’amore fra il suo ex migliore amico di merende Silvio Berlusconi e Jalil, capo degli insorti contro cui il rais sta combattento oggi. “Siamo dalla vostra parte,diamo piena adesione alla coalizione” così il buon Silvio Berlusconi, secondo quanto Si apprende da fonti governative, durante il colloquio con Mustafa Jalil, avrebbe scaricato ufficialmente il baffuto ex amore.
PAROLE, PAROLE PAROLE - L’incontro, riferiscono le stesse fonti, e’ stato ‘molto positivo’. In particolare, il capo degli insorti che combattono contro il colonnello Muammar Gheddafi, avrebbe apprezzato la sensibilita’ espressa dal presidente del Consiglio a proposito del passato coloniale dell’Italia in Libia, espressa al precedente amore. Allo stesso tempo, pero’, Jalil avrebbe sottolineato che proprio durante quel periodo c’e’ stato un forte sviluppo del Paese, con la costruzione di strade e infrastrutture, andando ben oltre Gheddafi e mostrandosi a Silvio come ancor più infatuato del suo predecessore. Il rappresentante degli insorti avrebbe quindi confermato l’intenzione di fare della Libia un paese ‘democratico’ e ‘aperto’. Non si capisce come mai, quindi, sia ora a colloquio con Berlusconi.
CI AMIAMO! – A riprova degli ottimi rapporti con il Consiglio nazionale transitorio, fonti ministeriali sottolineano che quella di Jalil e’ la prima visita ufficiale in un Paese europeo dall’inizio della guerra. Il nostro Premier, per parte sua, avrebbe sottolineato che il governo e’ “è dalla parte’ del Consiglio nazionale transitorio, confermando massima disponibilita’ a venire incontro alle richieste degli insorti. Il premier avrebbe inoltre espresso la convinzione che l’uscita di scena del Colonnello e’ la condizione essenziale per iniziare a ragionare sul post-conflitto”. Eliminiamo scomodi testimoni. Tuttavia, precisano le stesse, fonti, nel corso del colloquio non si sarebbero affrontati questioni tecniche, relative al tipo di sostegno che il Consiglio transitorio chiede all’Italia. Speriamo che anche la nuova fiamma libica di Silvio non ci chieda di montare altre tende e inviare gnocche gratis, che ultimamente al riguardo abbiamo qualche problema, soprattutto sul secondo versante.
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